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San Marone riparte. La gioia dell’incontro

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Tante famiglie e giovani alle iniziative estive dell’oratorio salesiano di Civitanova

“L’invito a venire e vedere è il metodo di ogni autentica comunicazione umana, limpida e onesta. Incontrare le persone, relazionarsi con loro, guardare, ascoltare, capirne i problemi è essenziale perché ciò che si scrive sia vero. L’informazione invece viene costruita spesso nelle redazioni dei giornali, davanti al computer, sui social senza mai uscire per strada, senza consumare più le suole delle scarpe per andare sul posto, cercare storie o verificare di persona certe situazioni. La notizia appare sempre più come un qualcosa di preconfezionato, da palazzo e autoreferenziale” (Messaggio di Papa Francesco per la cinquantacinquesima giornata mondiale delle comunicazioni sociali).
La pandemia, in atto da un anno e mezzo, ha ridotto la possibilità di incontrarsi e di relazionarsi. Chiusure periodiche, lockdown totale, distanziamento sociale ci hanno messo alle corde ma non proprio al tappeto. Occorre partire da quest’ultima considerazione per ripartire. L’oratorio salesiano della parrocchia San Marone di Civitanova Marche, quando la Regione Marche si è tinta di giallo, ha riaperto i propri battenti ai ragazzi e alle loro famiglie nel rispetto di tutti i protocolli emanati dal ministro della salute di concerto con quello delle pari opportunità e la famiglia. Il documento è stato letto dagli animatori e catechisti che ne hanno fatto uno strumento di lavoro.
Per approfondire l’argomento abbiamo incontrato il parroco don Alessio, incaricato dell’oratorio. All’ingresso di ogni stanza sono distribuite colonnine che reggono flaconi di gel e disinfettante.
“È stato un anno particolare, quello che abbiamo vissuto- ci dice il sacerdote – ma la paura, anche giusta, non deve trasformarsi in terrore. Ho usato ogni genere di piattaforma on line per tenere insieme i ragazzi, gli animatori, i catechisti e le famiglie. Le scuole chiuse facevano la stessa cosa. I ragazzi non reggevano più giornate intere davanti ad un computer. Volevano uscire e incontrarsi di nuovo ma realmente.
Abbiamo cominciato a riaprire la struttura – continua don Alessio – quando ce l’hanno permesso. Una catechista si è emozionata quando ha rivisto, in presenza, i ragazzi del catechismo. I genitori hanno manifestato tanta voglia di ripartire.
Ho bloccato le iscrizioni all’Estate Ragazzi perché abbiamo raggiunto cento cinquanta adesioni. Sono ragazzi e ragazze dalla terza Elementare alla terza Media. Per l’Estate Bimbi, prima e seconda Elementare quarantacinque sono gli iscritti. L’iniziativa va dal dodici giugno al tre luglio, dal lunedì al sabato, dalle 15,00 alle 19,00. L’Estate Bimbi è solo l’ultima settimana.
Se avessimo accettato altre iscrizioni non saremo riusciti a garantire il distanziamento e la composizione di piccoli gruppi.
Correre, giocare, confrontarsi nel rispetto gli uni degli altri, se manca questo manca tutto, ascoltare musica, ballare, frequentare attività di laboratorio, andare al mare, previa autorizzazione, tutto questo e altro attende gli iscritti a questa iniziativa che ha riscosso sempre tanto successo negli anni passati. Abbiamo iniziato fin dalla prima domenica di aprile – continua il sacerdote – al conferimento della Prima Comunione. Lo facciamo ancora per gruppi di cinque, sei ragazzi e ragazze nel rispetto di tutte le norme anti contagio. I genitori non vedevano l’ora di ritornare ad incontrarsi”.
La pandemia ci sta insegnando che nessuno di noi è un’isola. Nessun bambino deve essere disprezzato da un proprio coetaneo perché considerato diverso o stupido. Dietro ad ogni comportamento sbagliato di ogni ragazzo c’è sempre la responsabilità dell’adulto. Questo vale ovunque, all’oratorio, a scuola e in famiglia. Insegnare che farsi strada “a sgomitate” non va bene. Altrimenti si costruisce una società di prepotenti, boriosi, saccenti, ciucci e presuntuosi. •

 

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