19 anni per il Convegno di Penna San GIovanni. Il fondatore don Paolo Bascioni: “I cristiani Nella fede in Lui, incontrano e si fanno responsabili di tutti i problemi del mondo di oggi, dalle sofferenze, solitudini, fragilità umane al degrado ambientale nel quale il pianeta terra si dibatte”.
Diciannove anni dedicati all’approfondimento quelli della ‘Festa del Creato’ organizzata a Penna San Giovanni da Don Paolo Bascioni presidente dell’Associazione Culturale Centro Studi Giuseppe Colucci. L’evento ormai consolidato si svolge in collaborazione con la Confraternita del Santissimo Rosario e L’Ufficio Pastorale Sociale del Lavoro e dell’Ambiente e l’Arcidiocesi di Fermoc on il Patrocinio del Comune che ospita l’appuntamento all’insegna della cultura, della spiritualità, dell’ambiente e della musica.
Una staffetta di esperti di altro profilo si sono avvicendati nel convegno dal titolo La Cura della Terra che ha approfondito gli argomenti contenuti negli atti dell’edizione precedente a cura dello studioso e ricercatore Roberto Brioschi.
Tra i relatori Don Paolo Bascioni con l’introduzione delle tematiche trattate, Simona Santucci dell’Ordine Francescano Secolare, Fabio Taffetani docente dell’UNiversità Politecnica delle Marche, Carlo Triarico presidente dell’Associazione nazionale agricoltura biodinamica, Riccardo Bocci Direttore Tecnico rete di semi rurali e consulente scientifico al Ministero dell’agricoltura, Francesca Forno, sociologa e docente dell’università di Trento; Antonio Lo Bello, Presidente del comitato “fà la cosa giusta! Sicilia” e Salvatore Cacciola, Sociologo e Presidente di bioAS. Nel 2020, per il diciottesimo convegno, si è approfondito il tema la “Spiritualità della Terra”. Ed anche con questo evento che iniziamo un viaggio alla scoperta di nuove tematiche legate all’ambiente. Come quella della campagna internazionale che dal 2017 cerca di introdurre l’Ecocidio come un crimine contro l’umanità. Nel libro che contiene gli atti del XVIII Convegno su “Dalla Terra e dal Lavoro dell’uomo” gli organizzatori dell’evento si sono interrogati, hanno riflettuto, ascoltato relatori di grandissimo valore, sulla “spiritualità della terra”
“Guidati da relatori veramente competenti, – scrive Don Paolo Bascioni negli atti del convegno – in un certo senso abbiamo guardato il mondo di oggi nella sua globalità e lo abbiamo trovato povero o addirittura privo di spiritualità e questa non analizzata secondo visioni filosofiche e neppure assunte da presupposti di confessioni religiose, ma dal punto di vista di quelli che possiamo chiamare i valori umani. Certo che anche questi appartengono all’ordine della spiritualità. L’intento era, ed è, quello di favorire una presa di coscienza del bisogno che il mondo di oggi ha di trovare concordia e condivisione nell’impegno per uscire dal degrado in cui siamo ridotti; un impegno comune da provenienze diverse. I cristiani in questo possono fare molto, il loro apporto è veramente prezioso. Non si tratta di imporre la propria visione, chiamiamola pure spiritualità, ma neppure di rinunciarvi, quando piuttosto di coniugarla con altre provenienze, per raggiungere un fine comune. Credo che in questa prospettiva il convegno sia riuscito”.
“Se poi ci si vuole domandare quale sia lo specifico della spiritualità cristiana nel contesto del mondo pluralista e globalizzato di oggi, in profonda crisi, allora ci vorrebbero, credo, diversi altri convegni. – evidenzia Don Paolo Bascioni – Il cristiano parte dall’esperienza di Dio, cerca l’esperienza di Dio; anche il raccoglimento interiore dell’anima, quello che magari siamo soliti chiamare la vita interiore, egli la cura perché finalizzata all’incontro con Dio. La preghiera tende a questo. “Mostrami Signore il tuo volto; il tuo volto Signore io cerco”, dice uno dei salmi più frequentemente recitati. Il volto è da intendere come esperienza della presenza di Dio.
In questa dimensione continuamente incontriamo Dio, pur senza vederlo, senza poterlo vedere. Del resto se lo vedessimo con gli occhi, non sarebbe Dio, ma sarebbe un idolo. Credo la più grande povertà dell’uomo di oggi sia proprio nel non vedere più il volto di Dio. Ma dove, quando, in chi vedere/incontrare Dio? Nell’altro, nel volto dell’altro. Soprattutto nell’altro sofferente, e comunque nell’altro in quanto singolo ed unico.
Infine, pienamente Dio si incontra e si vede in Gesù Cristo. Egli è la presenza di Dio con noi e per noi. Egli stesso nell’atto di tornare al Padre dopo aver compiuto la sua missione, dice di sé: “ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. sono le ultime parole con le quali si chiude il Vangelo di Matteo (28,20b). Per restare nel contesto nel quale si è articolato il Convegno sulla spiritualità della terra, i cristiani nella fede in Lui, incontrano e si fanno responsabili di tutti i problemi del mondo di oggi, dalle sofferenze, solitudini, fragilità umane al degrado ambientale nel quale il pianeta terra si dibatte, in gran parte per responsabilità delle scelte fatte dall’uomo stesso, e non da oggi, ma almeno da alcuni secoli in avanti. Questo i cristiani fanno, non per concorrenza, sfida, interesse di parte o con presunzione di essere migliori o più bravi, ma con spirito di servizio e disponibili alla collaborazione con tutti gli “uomini di buona volontà”. Sia detto con tutto il rispetto, bisogna però che gli uomini di buona volontà ci siano. A volte si ha l’impressione che dietro tanta retorica e propaganda è proprio la buona volontà che manca”. •
Don Paolo Bascioni – Insegnante e docente, storico e studioso di storia delle religioni, è autore di una vasta pubblicistica, da sempre testimone dello spirito francescano, ha fondato l’Associazione Centro Studi “Giuseppe Colucci” promuove il dialogo tra laici e cristiani per la realizzazione comune di una ecologia integrale. Prete degli operai dal 68 al 79, negli anni successivi primo in Italia a condurre un programma televisivo regionale sull’emergere delle sette religiose, ove, successivamente aprirà al dialogo religioso interconfessionale.
Tam