Grandi manovre per la sanità delle Marche
Ha iniziato con l’annunciare l’intenzione di ridurre le liste d’attesa, ha poi individuato scelte precise per i prossimi investimenti (il nuovo Inrca all’Aspio di Ancona e il nosocomio di Fermo a Campiglione), successivamente ha lanciato la riduzione dei punti nascita e negli ultimi giorni ha fatto capire che si dovrà arrivare a un ospedale unico per provincia.
Per la verità, inizialmente ha sottolineato che in alcune zone, tipo il Maceratese e l’Ascolano, si sarebbe dovuto scegliere tra Macerata e Civitanova e tra Ascoli e San Benedetto, poi ha corretto il tiro, indicando l’obiettivo di un nuovo ospedale unico per provincia, magari costruendolo ex novo.
I programmi della Giunta Ceriscioli si inseriscono su un percorso già tracciato negli ultimi anni, con le reti cliniche – sgangiate dagli ambiti territoriali – che dovrebbero andare a sostituire completamente le attuali cinque Aree Vaste. Secondo alcuni, la stessa previsione del nuovo ospedale di Fermo a Campiglione viene vista proprio nell’ottica dei servizi di rete, che potrebbero portare a delle branche specialistiche in comune anche con territori confinanti, tipo Macerata o Civitanova, distribuendo unità operative e primari un po’ da una parte e un po’ dall’altra.
Intanto, però, c’è da gestire la situazione attuale, con il ‘Murri’ di Fermo che non potrà rimanere privo di servizi fondamentali fino a quando non sarà realizzato il nuovo nosocomio.
Vista, ad esempio, la popolazione anziana in crescita nel Fermano e nel Maceratese, quanto meno necessita un rafforzamento dei reparti e delle attrezzature di Cardiologia e Neurologia, in quanto l’integrazione da parte dell’Inrca non è certo sufficiente a provvedere alle varie esigenze cliniche. Come pure, urge chiarire meglio compiti, organici e strutture per le Case della salute, una già avviata a Montegiorgio e un’altra in arrivo a Sant’Elpidio a Mare, perché i due ex ospedali non dovranno ridursi ad ospitare solo 20 posti letto, ma andranno attivati tutti i servizi indicati sulla carta.
Insomma, in attesa della grande riforma Ceriscioli, che ci sia più attenzione per le piccole esigenze sanitarie quotidiane. •