La poesia incontra la vita

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“Posso se vuoi inseguire il segreto,
sei tu quel volto al di là del vetro
bianco, tra i cortili t’infili nel grande
alfabeto ma le bambole di pezza
ripetono al di là. Se tu vuoi
dalla credenza ci appenderemo
tutte al filo atteso, dondolando
sul tappeto, come una carezza”.

Sono alcuni versi di “Saltata”, il pregevole scritto di Antonio Santori. Santori: scrittore, poeta, insegnante, marito, padre.
La morte – forse quel volto che lo guardava dal vetro bianco – lo ghermì all’età di 46 anni. Era il 30 agosto del 2008. Un anno prima aveva composto forse il suo capolavoro. “La linea alba” è – leggo nella dedica che lasciò al mio libro – “un racconto in versi nel ventre della balena, nel nome del Padre”.
“La ‘linea alba’ è anatomicamente – spiegava Cesare Catà nel risvolto di copertina – una linea centrale sull’addome che spesso, nelle donne in stato di gravidanza, diviene visibile, imbrunendosi… Ma chi scrive non guarda la linea alba solo dall’esterno del corpo – bensì, soprattutto, dall’interno: come se la voce narrante provenisse da un cavernoso stato fetale, come da dentro una Madre”. Balena, Madre-terra, Madre-universo.
Santori è stato un docente molto seguito all’Università di Macerata, e un insegnante di storia e filosofia molto amato al Liceo Classico Annibal Caro di Fermo.
Prima a Sant’Elpidio a Mare dove fu assessore alla cultura, poi a Fermo dove ideò e diresse Europe, ha dimostrato che in “provincia” si può fare grande cultura e che la cultura mobilita, attira, è capace di produrre economia.
Molti sono oggi i suoi ex allievi marchiati dalla passione per il teatro, la parola, la poesia, la ricerca della verità. Il Liceo classico “Annibal Caro” non lo dimentica. E, a vent’anni dalla Fondazione del Liceo delle Scienze Umane, ex Liceo Socio-Psico-Pedagogico, è come se lo avesse richiamato in qualche modo in servizio quando mercoledì 27 gennaio, alle ore 17.30 presso l’Auditorium San Martino di Fermo, ha proposto l’incontro “ Le parole necessarie – la poesia incontra la vita”.
Un dialogo sulla figura del Prof. Antonio Santori tra il poeta Davide Rondoni e il critico letterario Irene Mezzaluna, ex alunna del Liceo Socio-Psico-Pedagogico.
Un degno far memoria. Rondoni è una colonna della poesia mondiale. È colui che la celebra al meglio, scrivendo: “Se ne fotte se non la chiamano più regina. Lei lo è, anche se il trono è finito chissà dove, e la corte è dispersa. La voce è forse un po’ arrochita. Ma quando si propaga nelle stanze, per i corridoi pericolanti e per le scale che da tempo quasi nessuno percorre, ridiventa la sua voce di ragazza, ritrova il suo tono, la nota… E’ lei, la poesia”.
Senza saperlo, Davide  la scriveva per Antonio. •

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