La fede: “memoria futuri”
A testimonianza della sua vocazione di aiuto e soccorso, per contrastare l’aumento del prezzo del grano negli anni di carestia, nel 1595, con lascito di quattro rubbia di grano del fermano Antonio Morrone, la Confraternita istituì il proprio Monte Frumentario, che concedeva un prestito alle famiglie povere di una quarta di grano, inizialmente senza alcun tasso di interesse.
Nel 1616 fu aggregata alla confraternita romana di Santa Maria sopra Minerva, a cui i papi avevano concesso privilegi ed indulgenze e nel 1633 la Confraternita fu aggregata all’Arciconfraternita romana della Morte e dell’Orazione, come da Bolla del Cardinale Aldobrandini, tuttora conservata nell’archivio. Con la conquista di un peso crescente gli associati aumentavano, tanto che alla fine del Settecento, in occasione dell’ampliamento e ristrutturazione della chiesa di Santa Maria della Misericordia, la Confraternita contribuì alle spese con ben 150 scudi romani.
Con lo scioglimento della Compagnia della Misericordia, nel 1808, la chiesa fu assegnata alla Confraternita del SS.mo Sacramento per decreto dell’Arcivescovo di Fermo, Cardinale Cesare Brancadoro; fu allora che l’antica divisa in color turchino fu cambiata nell’attuale, con cui vediamo gli associati: un sacco bianco con rocchetto rosso.
Fu nei momenti di particolare disagio – come la pesante carestia del 1817, l’epidemia di tifo petecchiale nel 1836, il colera negli anni 1854 e 1865, e le due guerre mondiali – che la Confraternita assolse alla sua missione di aiuto e di sollecitazione e devozione verso la Madonna della Misericordia.
Ancora oggi la Confraternita del SS.mo Sacramento di Petriolo, con i suoi 170 iscritti tra consorelle e confratelli, dopo oltre 463 anni dalla sua costituzione, è fulcro di iniziative a carattere devozionale, caritatevole e sociale: il culto pubblico, la carità, la custodia e la cura della chiesa confraternitale (il Santuario della Madonna della Misericordia), la collaborazione con il parroco e le altre associazioni cattoliche e paesane e con le confraternite della vicaria.
Negli ultimi anni è stato inoltre introdotto un altro scopo: la salvaguardia del patrimonio ecclesiastico storico-artistico. Infatti, nel 2001 la Confraternita ha allestito un Museo dei Legni Processionali dedicato a Monsignor Marcello Manfroni, noto storico d’arte petriolese.
Nelle sale, rimaneggiate con cura per l’esposizione, si possono ammirare croci processionali, fanali e bastoni priorali appartenenti alle Confraternite di Petriolo, oggetti di uso liturgico, tele del ‘500 di Giovanni Andrea De Magistris e Durante Nobili e tele del ‘700.
Tra essi troviamo anche oggetti di oreficeria di alto pregio, come ad esempio una serie di calici, pissidi, ostensori e turiboli opera dell’argentiere maceratese Domenico Piani sec.XVIII, oppure la statuetta in argento raffigurante un angelo che regge Petriolo, voto di ringraziamento alla vergine per aver salvato il paese da un’epidemia di colera (1865). Alcuni di questi pezzi sono stati inoltre esposti in mostre di rilevanza nazionale.
Anche questo museo, dunque, vuole essere il segno di una Chiesa viva che è in continua trasformazione, in cammino spirituale, custode dei segni del passato e nella consapevolezza che non c’è tradizione senza cambiamento, pur restando sempre calata nella tradizione della comunità locale.
Colgo pertanto l’occasione per invitare e, in particolar modo per sollecitare catechisti e insegnanti di religione a portare i loro ragazzi a far visita al nostro museo. E nello specifico faccio riferimento ai cresimandi, con la speranza che possano accrescere maggiormente la loro conoscenza circa la storia della comunità di cui, con il sacramento della confermazione, entreranno a far parte in modo più attivo. •