Figlia della nobildonna Bianca Boccabianca, Brunilde, docente all’Università di Padova, nasce lo stesso anno in cui si spegneva il celebre padre, il basso lirico dalla straordinaria voce, Conte Luciano Neroni. Fin da bambina mostra in famiglia e non solo, le sue doti. Da autodidatta impara a leggere e a scrivere in stampatello a soli quattro anni. È vivace, curiosa, attenta al nuovo e nello stesso tempo impara a conservare emozioni, volti e ricordi, avvolta da un’atmosfera ricca di tradizioni e di apertura culturale. Tutto favorisce ed aiuta la crescita serena di Brunilde: la madre Bianca, donna illuminata e credente che conosce e pratica le evangeliche opere di Misericordia. Un raro esempio di virtù per la piccola Brunilde che erediterà dalla madre attenzione e sensibilità verso chi soffre, sostenendo iniziative benefiche rivolte ai più piccoli e ai meno fortunati. A lei piccina di casa, s’affianca la sapiente figura di Rosa Illuminati, l’anziana balia di famiglia. Di lei scriverà nel libro “A casa” , il segreto di Rosa. Così l’autrice descrive questo suo importante lavoro autobiografico: “Mio padre morì giovane, era un serio musicista dal carattere allegro che aveva avuto molto successo nel mondo della lirica per il dono d’una voce eccezionale, stando almeno a quanto raccontavano le persone che lo avevano conosciuto e ascoltato nei più importanti teatri del mondo. Nella mia prima infanzia e anche nei miei ricordi più lontani qualsiasi gioia e ogni avvenimento accaduto è sempre adombrato da quella morte e da quell’assenza di un uomo che non solo non conoscevo, ma di cui si continuava sempre a parlare, intorno a me. Possibilmente a voce proprio bassa”. Un’ombra è il primo ritratto di una galleria di personaggi adulti che vivono ed interagiscono nella grande grande casa in cui lei bambina trascorre i giorni. L’ombra del padre, morto giovanissimo quando la figlia era ancora nella culla, è presente come angelo protettore. Brunilde lo conosce e lo rammenta attraverso i ricordi di chi ha avuto il privilegio di stargli accanto ma non è il solo. Altre figure dell’infanzia in quattro racconti, si accomunano alle atmosfere del paesaggio di Ripatransone. A volte immagini che parlano di nostalgie, dolci malinconie per quanto trascorso e che non torna. Scrive moltissimo Brunilde e pubblica anche un bel libro di ricette “Alla mia tavola” Edizioni Messaggero, Padova. Nell’introduzione lo presenta scrivendo: “Cucino da quasi cinquant’anni, con molta gioia. Tutto quello che so fare l’ho appreso a casa mia, perché appartenevo ad una famiglia dove tutti amavano la buona tavola e avevano le loro ricette e i loro piccoli segreti, per ottenere i migliori risultati”. Ma i personaggi non finiscono nel dimenticatoio, altri personaggi accompagnano la crescita di Brunilde: la sua indimenticata maestra elementare Virginia Castelli di grande professionalità e apertura mentale, lo zio Giuseppe Boccabianca, amico del banchiere ebreo Abramo Messulam, scampato grazie all’aiuto della famiglia Boccabianca, alla deportazione nei campi di concentramento nazisti. Giovanissima, dopo la laurea in Lettere, vince a Padova il concorso che l’ammetterà all’insegnamento alla Scuola elementare in primis, per arrivare strada facendo alla docenza universitaria. Da anni risiede a Padova ma a Ripatransone conserva il palazzo in cui è nata e a cui ritorna spesso e volentieri. Brunilde, instancabile ed attiva oltre che esperta di letteratura, possiede una grande spiritualità e fede vissuta. Per circa vent’anni il suo padre spirituale è Padre Giovanni Maria Luisetto da Mortise, uno dei frati di Sant’Antonio del ‘900, di grande spessore culturale e di profonda spiritualità. Stimato da Brunilde Neroni, Padre Luisetto univa una profonda attenzione al divino, ad una cultura che spaziava dalla filosofia all’arte, dalla teologia alla grafologia, dalla musica alla storia. La vivacità, che la caratterizzava fin da bambina, la contraddistingue anche da adulta. I ricordi comunque in Brunilde riaffiorano vividi e belli nel conversare e gli argomenti spaziano in ogni settore. In “Petali di Misericordia”, che ho avuto il piacere di leggere, distribuito in piazza San Pietro in occasione del recente Giubileo voluto e promosso da Papa Francesco, presenta la Misericordia appunto , come elemento fondante e comune nei testi sacri di ogni religione professata nel mondo. Dall’Islam all’Induismo, dal Buddismo all’Ebraismo, fino al Cristianesimo in tutte le sue confessioni. La raccolta si apre a questo aspetto di Dio, sicuramente il più vicino alla vita e alla natura umana. I testi lontani per provenienza, devozione ed epoca storica onorano la Misericordia divina presente nella Creazione. Nel libro “Tutti i cieli” accolto e proposto dal Santo Padre Giovanni Paolo II alla preghiera ecumenica ad Assisi, tratta invece cinque temi fondamentali: Dio è la Vita, Dio è la gioia, Dio è padre e madre, Dio è la vita oltre la vita. “Nel Cielo degli uomini, preghiere da tutto il mondo”, edizioni il Messaggero di Sant’Antonio i temi si aprono invece al: Che io ti cerchi Signore, Siamo creature, Il lavoro dell’uomo, Gli affetti, fino alla conclusione con le Preghiere di ringraziamento e benedizione. Nell’introduzione scrive: “I ritmi dell’eterno dialogo tra l’uomo e Dio mi hanno interessata sempre, sia che entrassi in una bella cattedrale, sia che scoprissi creature, in ogni parte del mondo che pregavano”. E di viaggi Brunilde ne ha fatti tanti: India principalmente. Conosce le lingue orientali tra cui il sancrito tranne l’arabo e l’ebraico. In lei trovo sia l’ascendere a Dio e il discendere di Dio all’uomo che l’orizzontalità del vivere umano in ogni suo aspetto. Una specie di croce invisibile in cui riconoscere la forza e la potenza dell’Amore di Dio per ciascuna sua creatura fino ad arrivare al mistero della Croce e della Risurrezione.. •
TagsBrunilde Neroni La "Vellezza" numero 19 - 2016 Petali di Misericordia