Terremoto e nevicate. Tra Marche e Abruzzo salvati 76.000 beni artistici
Venerdì scorso, nell’Ascolano, nella chiesa di San Francesco a Borgo di Arquata, di proprietà del Comune sono stati recuperati altri beni. Il terremoto e la neve caduta in quantità straordinaria avevano causato il crollo del tetto e del soffitto ligneo a cassettoni decorati a rilievo. In questo caso sono state tratte in salvo tele settecentesche: una raffigurante San Carlo Borromeo; due tele di un metro e mezzo per 90 centimetri: una Madonna con bambino, la prima, e due donne che stendono la Sacra Sindone, la seconda. La stessa chiesa in cui fu recuperata poco dopo la scossa del 24 agosto la copia della sindone a cui tengono tanto gli arquatani ed oggi custodita nel duomo di Ascoli.
I carabinieri sono in piena attività per il salvataggio dei beni già dal 27 agosto. Terminata la prima fase della ricerca sono subito partite le operazioni per il salvataggio delle opere. Il primo intervento avvenne nella chiesa di Santa Croce nella frazione di Pescara del Tronto con il recupero di una croce astile risalente all’anno 1000. Tale croce ebbe una duplice funzione e significato: il primo naturalmente liturgico, essendo utilizzata per le processioni, il secondo, di valenza civile, in quanto simbolo dell’appartenenza ad una comunità. A novembre recuperata una preziosa campanella risalente al 1200 realizzata in concomitanza con la morte di San Francesco. Il 31 gennaio anche nel Fermano c’è stato un intervento nel comune di Montegiorgio. Nella chiesa di San Nicolò sono stati messi in sicurezza 116 beni con gli stessi operatori. Tra le opere più importanti quelle salvate nel Maceratese: un Tiepolo da Camerino nella Chiesa di San Filippo Neri di Camerino. A Ussita alla Pieve nel mese di novembre recuperata una tavola del De Magistris. Il 28 di agosto nella chiesa dell’Assunta di Arquata del Tronto recuperato un crocifisso ligneo policromo del 1200. Un pezzo di straordinaria importanza firmato da due frati frate Benedetto e frate Raniero che ora è nel duomo di Ascoli. Un crocifisso romanico, uno dei pochi nelle Marche a cui gli arquatani tengono molto a tal punto da farne una copia. Una corsa contro il tempo quella di questi mesi per le continue scosse. A Pretare il crocifisso recuperato dai carabinieri e vigili del fuoco con la collaborazione di don Francesco Armandi, il parroco scomparso a gennaio in prima linea dal 24 agosto a supporto della popolazione, è ora in fase di restauro e il fatto di riportarlo alla luce rappresenta per tutti un simbolo di speranza e di rinascita. •