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Terremoto e nevicate. Tra Marche e Abruzzo salvati 76.000 beni artistici

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Oltre 76.000 i beni recuperati dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, (Tpc), nei territori martoriati dalle scosse che si alternano nel centro Italia dal 24 agosto dello scorso anno e dalle eccezionali nevicate del mese scorso. Tra le oltre 6000 opere di pregio ed i 70 mila beni archivistici e librari si stratta di un enorme patrimonio culturale quello salvato in questi mesi dal nucleo operativo nelle due regioni di Marche ed Abruzzo che ha sede ad Ancona. L’equipe specializzata lavora in stretta sinergia con altre squadre e gruppi operativi di esperti ed ognuna con competenze diverse per la tutela del bene da salvare. Tutte le operazioni, infatti, vengono portate a termine, oltre che dal Nucleo specializzato dei Carabinieri Tpc, impegnati per la piena sicurezza degli interventi ed il trasporto dei beni, anche grazie alla sinergia con i funzionari del ministero dei beni culturali, con la squadra dei vigili del fuoco che si occupa della sicurezza dei contenitori in cui si va ad intervenire e con i funzionari responsabili degli Uffici beni culturali incaricati dalle varie diocesi. Incaricati chiamati in quanto aggiornati sia sui beni da salvare, sia informati sulla parte logistica (contatti con i parroci, chiavi dei luoghi da visitare). In alcuni casi come nell’Ascolano sono intervenuti anche i volontari del gruppo Alpini. Nel corso di molte operazioni sono intervenuti sia Caschi Blu della Cultura dei carabinieri che operano sia in caso di calamità naturali sul territorio italiano sotto l’egida dell’Onu che i battaglioni mobili di Bari e Bologna. Quanta storia passa sotto i loro occhi! Quella storia viene gelosamente custodita in appositi locali dedicati: uno per ogni diocesi. Dal candelabro, alle opere più preziose, tutti beni da maneggiare con cura attraverso una task-force che si avvale di professionisti del mondo dell’arte e degli uomini dell’Arma. Ultimo intervento da parte dell’unità di crisi regionale quello a Castel Raimondo nella frazione di Brontoleto con il recupero di beni d’arte nel complesso di San Lorenzo, in provincia di Macerata. Tale operazione è avvenuta grazie alla collaborazione di carabinieri e vigili del fuoco: una pala d’altare raffigurante la vergine con Bambino, San Lorenzo Martire e San Giovanni Battista.
Venerdì scorso, nell’Ascolano, nella chiesa di San Francesco a Borgo di Arquata, di proprietà del Comune sono stati recuperati altri beni. Il terremoto e la neve caduta in quantità straordinaria avevano causato il crollo del tetto e del soffitto ligneo a cassettoni decorati a rilievo. In questo caso sono state tratte in salvo tele settecentesche: una raffigurante San Carlo Borromeo; due tele di un metro e mezzo per 90 centimetri: una Madonna con bambino, la prima, e due donne che stendono la Sacra Sindone, la seconda. La stessa chiesa in cui fu recuperata poco dopo la scossa del 24 agosto la copia della sindone a cui tengono tanto gli arquatani ed oggi custodita nel duomo di Ascoli.
I carabinieri sono in piena attività per il salvataggio dei beni già dal 27 agosto. Terminata la prima fase della ricerca sono subito partite le operazioni per il salvataggio delle opere. Il primo intervento avvenne nella chiesa di Santa Croce nella frazione di Pescara del Tronto con il recupero di una croce astile risalente all’anno 1000. Tale croce ebbe una duplice funzione e significato: il primo naturalmente liturgico, essendo utilizzata per le processioni, il secondo, di valenza civile, in quanto simbolo dell’appartenenza ad una comunità. A novembre recuperata una preziosa campanella risalente al 1200 realizzata in concomitanza con la morte di San Francesco. Il 31 gennaio anche nel Fermano c’è stato un intervento nel comune di Montegiorgio. Nella chiesa di San Nicolò sono stati messi in sicurezza 116 beni con gli stessi operatori. Tra le opere più importanti quelle salvate nel Maceratese: un Tiepolo da Camerino nella Chiesa di San Filippo Neri di Camerino. A Ussita alla Pieve nel mese di novembre recuperata una tavola del De Magistris. Il 28 di agosto nella chiesa dell’Assunta di Arquata del Tronto recuperato un crocifisso ligneo policromo del 1200. Un pezzo di straordinaria importanza firmato da due frati frate Benedetto e frate Raniero che ora è nel duomo di Ascoli. Un crocifisso romanico, uno dei pochi nelle Marche a cui gli arquatani tengono molto a tal punto da farne una copia. Una corsa contro il tempo quella di questi mesi per le continue scosse. A Pretare il crocifisso recuperato dai carabinieri e vigili del fuoco con la collaborazione di don Francesco Armandi, il parroco scomparso a gennaio in prima linea dal 24 agosto a supporto della popolazione, è ora in fase di restauro e il fatto di riportarlo alla luce rappresenta per tutti un simbolo di speranza e di rinascita. •

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