Non sarebbe sbagliato, in primo luogo, cambiare titolo. La Voce delle Marche è titolo troppo impegnativo e irrealistico. Non riusciamo ad essere voce di noi stessi, figuriamoci se lo possiamo essere delle Marche! Certo c’è la gloriosa tradizione della testata. Forse però non sarebbe male lasciarsi la tradizione alle spalle e pensare a un nuovo titolo.
Occorre, in secondo luogo, trasformare il quindicinale online in un mensile con doppio corso: online e cartaceo. Ciò favorirebbe, secondo me, la visibilità della testata.
Sarebbe opportuno, in terzo luogo, impegnarsi in una battaglia culturale per sostenere la linea di Papa Francesco. Questa scelta comporterebbe, a differenza di quanto furbescamente fanno molti, non ridurre i suoi pensieri a pensierini che ricalcano le frasette contenute nei cioccolatini. Va dato spazio, quindi, ad una approfondita lettura di Evangelii Gaudium e di Amoris Laetitiae, ricorrendo anche al contributo di esperti.
Sarebbe opportuno, inoltre, farsi promotori di una rialfabetizzazione conciliare, dopo che, per cinquanta anni si è affermata una lettura anticonciliare del Vaticano II.
Poi si potrebbero fare altre cose, ma per quelle ci penseranno altri.
Una però la posso indicare subito: evitare le retoriche del come eravamo, e la fiction che spaccia un passato immaginario come nostro radioso futuro. •