“E ancora un’altra estate passerà/ e compreremo un altro esame all’università…”
La password di questa temperie d’inizio millennio è nichilismo. Una dittatura strisciante governa ogni nostra azione, controlla il pensiero, orienta le scelte. Gruppi di potere legati al mondialismo decidono a tavolino, al di là di ogni regola scritta e protocollo, satrapi di un potere strappato in forza di imperi finanziari costruiti su contrattanze e patteggiamenti iniqui: nequizie di cui hanno fatto le spese popoli interi decimati dalla fame, senza lavoro, torme di giovani con tanto di allori e riconoscimenti prestigiosi che non trovano una (quanto meno dignitosa, congrua) collocazione: detto con linguaggio nudo e crudo, disoccupati.
Un mix esplosivo di neghittosità, negazione dei diritti fondamentali, protervia e totale indifferenza verso le legittime recriminazioni di una nazione allo stremo, alla mercé di chi sta ben più “in alto” della Unione Europea; un intreccio perverso di intoccabili lobby finanziarie, che sul finire degli anni ’70, in una storica riunione tenuta nascosta fino a pochi giorni fa – quando la Gabanelli l’ha portata alla luce – decretarono la nascita della tecnocrazia. Pericolo da cui ci aveva messo in guardia Heidegger, profeta inascoltato: non agit sed agitur, dicevano i latini.
Chi ha passato il mezzo secolo – come il sottoscritt o – è sicuramente – a meno di non aver parcheggiato la scatola cranica e il suo contenuto… – meno permeabile alle pubblicità subliminali, ai diabolici eteroconvincimenti, alle persuasioni occulte.
Ma i nostri figli – omologati a un cliché unico, perché tutti devono diventare consumatori robotizzati e acefali – vestono tutti in serie, parlano uno slang = hanno decapitato la lingua italiana, vanto di quello che un tempo era il bel paese.
Proni (Trony?…) a un diktat dettato attraverso i social, il web che ingabbia inesorabile le intelligenze, in una deriva assiologica e di coscienza che tanto somiglia al sonno della ragione.
Insomma, senza tanti filosofemi: ci vogliono affamare! scuola sanità giustizia – i tre pilastri di cui parlava rassegnato il grande Montanelli – sono allo sfascio – perché altro è dire: non si vuole che funzionino, altro “si vuole che non funzionino”, vale a dire quel che sta accadendo!…-; pane ce n’è, ma per quanto ancora?…; per fare cassa, i comuni, supini alle urgenze dell’erario e del fisco, rubano dalle tasche dei cittadini attraverso diavolerie elettroniche contrabbandate per “legittime” (la ratio è la sicurezza del cittadino, benvero, tuttavia tra detta esigenza e il “saccheggio” il passo è lungo…). Ma animo: non c’è nulla di cui preoccuparsi, quando Padoan dice che il PIL è cresciuto! …se lo dice uno del Sancta Santorum c’è da dormire sonni tranquilli, suvvia!… e mentre i plutocrati spiano ogni gesto del nostro agìto quotidiano, ci prendono pure a gabbo!
Rebus sic stantibus, non c’è lavoro, e allora…? la gente si suicida perché non ha di che tirare avanti e così scivola via via nel baratro della depressione, e allora?… c’e chi ha la casa distrutta dal sisma e da più di un anno vive “all’addiaccio”, in compagnia delle macerie: e allora?…dalla stanza dei bottoni s’indovina la risposta, raggelante, appena dopo la passarella nelle zone devastate dal terremoto (quale migliore occasione per lavarsi la faccia?) di premier e compagnia cantante: il problema è vostro… e allora: possiamo dirci ancora rappresentati da questo Stato?… la verità è però un’altra, del pari “incredibile”: all’italiano medio dategli la partita di calcio e un piatto di minestra, e il problema è risolto. •