Grimaldi: nella poesia abita “Il vero della vita”

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Dopo Pasquale Tocchetto e Lorenzo Romagnoli mi sembrava di fare un torto a Fabio Grimaldi, altro poeta morrovallese, se non mi fossi interessato della sua produzione poetica.
Fabio Grimaldi, nato a Macerata nel 1968, vive e lavora a Morrovalle. È laureato in Lettere moderne. Esordisce nel 1989 con la raccolta di versi Il vero della vita, presentata da Mario Luzi e segnalata al Premio Montale. In una lettera indirizzata all’amico-poeta e pubblicata a introduzione della stessa raccolta, così scriveva Mario Luzi, “c’è entusiasmo, respiro, vibrazione sia nell’aderenza alle cose e alle figure della sua giornata, sia nelle dilatazioni del senso, dell’immaginazione e del desiderio” (Fabio Grimaldi, Il vero della vita).
Un tratto caratteristico dei Marchigiani, mi diceva Arnaldo Giuliani, conosciuto fin dai primi giorni del mio ritorno nelle Marche, è il profondo legame con l’ambiente, visto come manifestazione di tutto. Giuliani lo diceva da non marchigiano pur se frequentava da sempre le Marche, anche quando lavorava a Il Corriere della Sera, di via Solferino, a Milano. Fabio Grimaldi non sfugge a questa connotazione. Scrive in una sua prima poesia: “Qui in una terra primitiva / dove anche i cespi d’ortica / fanno i loro frutti / il sole venditore di specchi / che conosce da secoli / il solo gioco delle cavallette / affonda sinfonico / sulla stoppia umida di muffa. // Nessuno è mai arrivato a deporre / le mie reliquie di gioia / nella struttura della terra / o le macerie della mente / nell’armonia che governa il raccolto. // Il solo aratro/ pellegrino furente / stravolge l’oscillare formulato dal tempo. // Devo la vita alla terra / e il futuro le invidio”.
Di una giornata al mare, così viene descritto un momento: “Solitari fanciulli / misurano l’acquario del mare/ con voli di gabbiani. // Raccolgono / naufraghe conchiglie / al momento dell’onda”.
L’alba, le stagioni, tutto diventa oggetto della poesia.
“Un alitare di pensieri / si insospettisce in un’alba / senza vita. / I ricordi cominciano / la sera / a risalire le antiche stagioni / di interminabili silenzi. / L’uomo stanco / seduto su un’antica sedia / ha paura di restare solo / e i ricordi gli sanno di morte. / Eppure anche le sue ossa / sanno di solitudine. / Una voce gli nasce dentro / la stessa del padre / e l’ascolta / per paura / di restare solo”.
Tante volte anche se anziani ci siamo fermati ad osservare con gli occhi di un bambino la neve che cade: “Nevica sulle ali del vento / nevica sopra la foglia stretta al lago / ove insonne riposa il bacio di Dio”.
Così il confronto tra la Primavera piena di sole e il rigido Inverno:
“Ho ricamato ricche primavere / petali di sole / ciliegi sparsi degni di doni / nelle colline equilibrate dalla neve. // Il freddo pianto del cupo inverno / ho consolato tra braccia tenebrose / sazie di pane / quando nel corpo profuma puro sonno”.
La poesia di Fabio Grimaldi non è fuga dalla realtà ma sguardo pietoso sui drammi del nostro tempo:
“Svanisce la tenera età / nei visi dei bambini iracheni / spauriti in una città / sommersa dalle macerie. // Sotto bagliori intermittenti, / imprigionati da fame e da paura / non possono scappare. // nella visibile Bagdad / invisibile pace / invisibili bambini “ (F. Grimaldi, Invisibili bambini, in Attesa di felicità).
Il dramma di chi emigra dalla propria terra per motivi economici, richiedente asilo, in fuga dalla guerra, è così cantato:
“Lasciano la propria casa / una notte qualunque / attraversano il mare // bambini, donne, uomini / ammassati su barconi infernali / anime mute / a fiutare la paura / la meta da raggiungere // attraversano il mare / spiati dalla morte / in una notte di domande e silenzi”.
Potessero solo questi versi fermare la guerra e l’ecatombe di emigranti nel mar di Sicilia.
Anche i temi di carattere religioso trovano spazio nel mondo poetico di Fabio Grimaldi. La Via Crucis, la devozione diffusa dai francescani per commemorare con quattordici stazioni la strada percorsa da Gesù dal pretorio di Pilato al Calvario, diventa “Via Dolorosa Via Gloriosa”, un testo intenso e originale. Il dettato narrativo è dato dai Vangeli di Luca, Matteo e Giovanni. L’ispirazione lirica illumina in maniera fulminante ogni singola “stazione”. Ecco come viene rischiarato il racconto della prima stazione “Gesù sul monte degli ulivi” (Luca 22, 39- 46): “agonizzanti pensieri / solo / un vecchio ulivo / i rami curvi in un abbraccio” (F. Grimaldi, Via dolorosa via gloriosa.
Il flash sulla tredicesima stazione “Gesù è deposto dalla croce” (Luca 23, 50 – 52): “un corpo / lasciato scivolare / tra le braccia materne // il mondo sfocia / nel dissipato equilibrio”.
Scrive Paolo Ruffilli nella prefazione al libro: “La poesia di Fabio Grimaldi testimonia lo sforzo di raggiungere un sottile e inquieto equilibrio nel rapporto dell’uomo con le forze incommensurabili”.
Il volumetto di poesie Più angeli in terra che in cielo, di Fabio Grimaldi, edito da LietoColle (Varese) il 19 giugno 2014, è illustrato con fotografie di Pietro Paolo Tarasco. È impreziosito dall’introduzione firmata da Enrico Brancozzi che, dopo un’attenta esegesi biblica sulla figura e l’importanza degli angeli, scrive: “Mi sembra che il volume di Fabio Grimaldi riesca a far riverberare, attraverso il linguaggio della poesia, la ricchezza e la sapienza di questo secolare deposito presente nella tradizione ebraico e cristiana”.
Il termine greco traslitterato in ànghelos, significa messaggero. Dio si serve degli angeli per rendere tangibile la Sua Parola, per invadere della Sua presenza la nostra umile vita. Nel corso dei secoli, la tradizione cristiana ha sostituito il compito dell’angelo, da annunciatore a custode: il nostro irrinunciabile angelo custode” (F. Grimaldi).
“Sulla tua guancia / è appoggiata / quella di un angelo / sulla tua guancia / un impercettibile soffio / sulla tua guancia / un candido sogno / L’angelo è uno scrigno aperto/ è àggelos – ànghelos / Dall’alba al tramonto / ci sono più angeli in terra / che in cielo”. Sono i versi che danno il titolo alla raccolta.
Per una bio – bibliografia: Fabio Grimaldi è nato a Macerata nel 1968, vive a Morrovalle. Incoraggiato da Mario Luzi, ha esordito nel 1989, con la raccolta di poesia Il vero della vita (Nuova Compagnia Editrice). Le sue successive raccolte sono: Via Dolorosa Via Gloriosa. XIV Segni sulla Passione di Gesù, (prefazione di P. Ruffilli, Edizioni del Leone, 2008), Attesa di felicità (LietoColle, 2009), Più angeli in terra che in cielo (prefazione di E. Brancozzi, fotografie di P.P. Tarasco, LietoColle, 2014), Mi chiamo Barbone (LietoColle, 2015), Colline di rugiada (La Rondinella Pellegrina, 2016), Soffio sul mare (fotografie di P.P. Tarasco, LietoColle, 2016), Gazzella. Canto infranto di un migrante (nota di V. Nardoni, LietoColle, 2017).
Si è occupato di Mario Luzi con i volumi La stella della semplicità. Conversazione con Mario Luzi (Raffaelli, 2001) e Vita fedele alla vita. Autobiografia per immagini (prefazione di S. Verdino, Passigli, 2004). Ha curato l’antologia Con gioia e con tormento. Poesie autografe di autori italiani contemporanei (premessa di S. Verdino, Raffaelli, 2003). Ha inoltre pubblicato per bambini Il gallo canta in rima (Edicolors, 2008), Nell’arca di Noè (Edicolors, 2012), entrambi presentati da Guido Quarzo, Piccolo Albero accarezza le nuvole (Edicolors, 2015) e Il Circo Allegria (Biblioteca dei Leoni, in uscita).
Fabio Grimaldi è presente nel sito www.italian-poetry.org (la poesia italiana contemporanea dal novecento ad oggi). Le altre raccolte di poesie saranno analizzate in un prossimo articolo. •

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