La compassione è il progressivo dilatarsi di uno spazio per l’altro: il contatto è il naturale incontro di quello spazio dove si genera vita, la vita che non può sopportare lo strazio di quel fratello che cerca contatti, speranza, che è lacerato dentro perché la sua è una malattia che lo taglia dai rapporti, non è più un essere umano!!!!
Gesù diventa la speranza della sua guarigione, ma anche uno sprone a crescere, a custodire nel silenzio del suo cuore questo toccante momento perché il bene ricevuto va compreso ed interiorizzato.
“Tante volte penso che sia, non dico impossibile, ma molto difficile fare del bene senza sporcarsi le mani. E Gesù si sporcò. Vicinanza. E poi va oltre. Gli disse: ‘Vai dai sacerdoti e fa quello che si deve fare quando un lebbroso viene guarito’. Quello che era escluso dalla vita sociale, Gesù include: include nella Chiesa, include nella società (…) Gesù non emargina mai alcuno, mai. Emargina se stesso , per includere gli emarginati, per includere noi, peccatori, emarginati, con la sua vita”
(Papa Francesco)
A cura della famiglia monastica Benedettina di Fermo