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Con autorevolezza: “Taci!”

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Mc 1, 21-28

L’uomo ha nostalgia d’incisivi segni ed incontri.
L’uomo impuro del vangelo “grida” appunto questa nostalgia, pur essendo nella Sinagoga; l’impurità di dottrine spacciate per “leggi di Dio” lo separa- lacerandolo- dal vero incontro, quello con Dio.
“Taci, esci da lui”: uno sfratto da un’abusiva abitazione!
“Siamo tempio dello Spirito Santo” (1Cor 6,19-20)
“Homo vivens, gloria Dei” diceva S. Ireneo.
Marco ci veicola un messaggio: la prima liberazione avviene dentro la comunità, dentro la Parrocchia, nel luogo delle celebrazioni, dell’incontro.
Prima di puntare il dito sugli altri, dobbiamo scrutare la nostra vita comunitaria, noi stessi.
La Chiesa è una comunità non di persone perfette, ma perdonate: cambiare si può, con la grazia di Dio!
“Taci!”: tacciano le nostre parole, parli l’unica Parola, quella di Dio!
Gesù è in conflitto- oggi come ieri- con i “puritani” del Tempio, ligi all’osservanza, ma vuoti dentro e sempre pronti a puntare il dito!
Per Gesù, il centro è la vita. Una fede che non cambia la vita, non ha senso; una fede che si anestetizza varcata la soglia della Chiesa e rimane tale per sei giorni, è – a dir poco- “scandalosa”!
Vogliamo vivere? Gesù ci ripete continuamente: “Vieni e seguimi!” •

A cura della famiglia monastica Benedettina di Fermo

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