Dalla basilica francescana di Assisi al sepolcro di S. Emidio in Ascoli Piceno
La scorsa estate, l’associazione Antichi sentieri – Nuovi cammini ha aperto “Il Cammino dei Benedettini”. Da Santa Vittoria in Matenano a Farfa in Sabina. 195 chilometri a piedi. Quest’anno si riparte, con ancor più determinazione.
In queste ore, l’editrice Il Cerchio di Rimini sta distribuendo la guida “Il Cammino Francescano della Marca” che ripercorre una delle vie che San Francesco seguì nel 1215 nelle sue predicazioni verso le Marche meridionale. Il Cammino unisce idealmente il santuario del Poverello d’Assisi con il sepolcro del protettore dai terremoti: Sant’Emidio d’Ascoli.
Decenni fa, l’abate parroco di Campofilone, don Vincenzo Galiè, fece studi approfonditi sulle strade romane e medievali nelle Marche, specie quelle del sud. Un tema caro anche al prof. Febo Allevi. Anche la rivista Marca/Marche se n’è occupata. Per dire che nel tempo s’è sviluppato un vasto interesse intorno ai Cammini e alle antiche vie di comunicazione, ma anche ai tratturi e ai sentieri a rischio scomparsa. Un po’ per salutismo, un po’ per moda, un po’ per curiosità, molto per una ricerca di identità.
Nei mesi scorsi, il prof. Onorato Diamanti da Montefortino, già docente all’Istituto Tecnico Commerciale Mattei e all’Istituto Statale d’Arte di Fermo e animatore del Centro Studi Francesco Duranti (sempre di Montefortino), ha presentato all’abbazia di San Ruffino di Amandola un prezioso libro, edito nel 2013, scritto insieme alla dottoressa Eleonora Diamanti. Titolo “La Via Francisca Appenninica”. E su questa ci soffermiamo perché potrebbe essere una bussola per quanti amano i percorsi nella storia, nella geografia e, ovviamente, nella natura.
“Il nome di via Francisca Appenninica – spiegano gli autori – deriva da documenti alto medievali in cui le strade orientate nord-sud venivano chiamate ‘Francische’ un termine collegato alla famosa strada Francigena che collegava il nord Europa a Roma per poi proseguire per Brindisi e la Terra Santa”.
La “Via Francisca Appenninica” che Onorato ed Eleonora Diamanti riscoprono “si estende da sud a nord seguendo il diverticolo che parte da Arquata (Surpicanum, Mutatio in età augustea) e arriva fino a Caldarola (Faveria, Mansio in età augustea)”. Sono circa 75 Km che attraversano tre province: Ascoli, Fermo e Macerata, e nove comuni: Arquata, Montegallo, Montemonaco, Montefortino, Amandola, Sarnano, San Ginesio, Cessapalombo e Caldarola. Questo tratto, rilevano gli autori, è costellato di piccole chiese. Sono le pievi che “sorgono su insediamenti romani”: Santa Maria della Pieve poi S. Salvatore ad Arquata, S. Angelo in Montespino a Montefortino, S. Donato di Amandola (oggi scomparsa), S. Maria in Pieca di Sarnano, Santa S. Maria dell’Impollata di Cessapalombo, e S. Maria a Favera a Caldarola.
Il volume è ricco di altre informazioni: dalla transumanza ai miti e riti della nostra montagna, dai popoli Piceni al culto micaelico ( San Michele arcangelo). Non mancano riferimenti all’ architettura alle falde dei Sibillini o ai ritrovamenti e reperti di quest’area.
Un lavoro agile, uno sguardo completo sull’area montana. Un aiuto per chi intenda camminare antiche strade e immergersi in atmosfere altrimenti introvabili. •