Amandola: Don Gino Virgili festeggia i 65 anni di sacerdozio e i 90 di età
“Lungu e ‘ccimenta, così mi dicono ad Amandola”. Don Gino Virgili, classe 1926, inizia con queste parole il racconto della sua vita, domenica 22 maggio nella chiesa di S. Francesco in Amandola. Un uditorio attento e interessato sottolinea con applausi e risate le battute più scherzose di don Gino che festeggia i 90 anni, i 65 anni di sacerdozio e i 50 anni di parroco di Amandola.
La gente lamenta la sua lunghezza nelle omelie e i tanti rimproveri. “Non lo dice a me direttamente. Lo vengo a sapere da altri – afferma don Gino – ma, nonostante questo, la gente mi ha voluto sempre bene”.
Poi ricorda gli anni del seminario, quando decano, prefetto e rettore incutevano un reverenziale timore. Bastava una piccola infrazione per una punizione o per essere espulsi. “Eravamo 180 nel seminario vecchio – dice -. Non ho dormito una notte nel seminario nuovo. Lo hanno costruito grande e maestoso, ma negli anni si è svuotato. Oggi i seminaristi sono cinque”.
Ha ricordato il giorno della sua ordinazione, il 29 giugno 1951. “Si entrava in seminario a 12 anni e si usciva dal seminario preti. La data dell’ordinazione, per tutti, era il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo. Noi in quell’anno – ricorda don Gino – fummo in 13”.
Fu mandato subito come cappellano a Pedaso, poi parroco ad Amandola.
In Amandola è sempre stato in pace con tutti: Agostiniani, Cappuccini, Francescani.
Ha raccontato della nascita dell’Azione Cattolica, dei campiscuola, della sua malattia, della morte della sorella che lo ha accudito amorevolmente per 50 anni.
Infine ha detto delle sue dimissioni da parroco, ma non da prete. Infatti a 90 anni continua a “fare il cappellano del parroco”.
Don Gino ha poi confessato che la predicazione è la cosa più importante nell’essere parroco. Non gli costa fatica predicare, ma prepararsi. Legge continuamente. Spizzica dovunque per formare la comunità e far passare il fuoco che lo Spirito ha nascosto dentro ogni brano della Parola di Dio.
Don Paolo De Angelis, il parroco attuale, ha voluto affiancare al racconto di don Gino la storia degli attuali seminaristi. Sono una piccola comunità che vive a stretto contatto con i sacerdoti anziani residenti nell’edificio del Seminario e che abitano al terzo piano della “Casa del Clero”.
Francesco, di Montefalcone, frequenta il propedeutico e parla della sua ricerca. L’incontro con don Marco gli ha aperto gli occhi sulla sua vocazione. A 30 anni si è rimesso in cammino per servire il Signore come presbitero.
Luca, di Fermo, al quinto anno di teologia, narra come non conosceva il Seminario pur abitandogli vicino. È stata la Scuola di preghiera che lo ha convinto a fidarsi del Signore.
Dopo l’eucaristia i riconoscimenti della Comunità, dell’ACR, dei Corsisti, dell’intera Città.
Un presbitero autentico, reso forte e rinvigorito dagli anni.•