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La morte dell’arte

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Oltre 293 opere d’arte e di devozione danneggiate dal terremoto

Gravi le ferite inferte dal sisma anche al patrimonio artistico e religioso del sud delle Marche. Luoghi simbolo della cristianità sono stati compromessi dal tremore della terra di quel 24 agosto. Sono in tutto 293 i beni di interesse culturale distrutti o gravemente danneggiati. Come è emerso dal bilancio del ministero competente, in questa prima stima, la  gran parte sono beni ecclesiastici con chiese e luoghi di culto popolare. Tra questi c’è anche l’oratorio dedicato alla Madonna del Sole, patrona del paese di Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto.  L’edificio religioso nel 1902 è stato incluso nell’elenco dei Monumenti nazionali italiani ed è uno dei pochissimi a forma ottagonale. Il 12 settembre il sopralluogo del parroco don Francesco Armandi, assistito dai Vigili del fuoco per la valutazione sulle strutture portanti dell’edificio. Attribuito all’opera dell’artista Cola dell’Amatrice, affrescato anche con il suo contributo fu costruito per volere degli abitanti del piccolo paese nel 1528 come testimonia l’incisione nel bronzo della campana che sovrasta la struttura. Oggi si possono vedere le fessure ed il crollo parziale di mattoni subito dall’edificio nella sua facciata che era arricchita da un rosone centrale, posto al di sopra dell’ingresso principale. Senza contare le lesioni interne.
“I nostri paesi sono paesi millenari – ha affermato don Francesco Armandi, parroco di 5 frazioni -. A Pescara del Tronto è stata recuperata con i vigili del fuoco una croce del 1200, la chiesa ha circa mille anni di storia. Lì è più complicato poter recuperare subito i beni perchè c’è più di qualche milione di metri cubi di macerie da togliere. Le persone per fare le loro case si sono veramente tolte il pane dalla bocca e lo stesso hanno sempre fatto anche per chiese e monumenti a loro cari”.
Sul prospetto dell’oratorio Madonna del Sole compaiono iscrizioni e stilizzazioni del sole e della luna su un concio di pietra posto immediatamente al di sotto dell’oculo. ll sole simboleggia l’eternità di Dio, mentre la luna è espressione della provvisorietà della vita umana. Le fasi lunari posso leggersi come la nascita e l’evoluzione della vita fino alla morte. L’evento sismico accaduto porta a riflettere fortemente sui valori simbolici alla base della costruzione dell’edificio. L’ottagono, secondo i critici del secolo scorso, come  figura mediatrice tra il quadrato, la Terra, ed il cerchio, il cielo raffigura la salvezza che la Vergine, tramite suo Figlio, assicura al popolo dei credenti. I cittadini vorrebbero veder salvato anche questo pezzo di storia della loro comunità. Una chiesa molto cara ai cittadini del posto che hanno da sempre contribuito alla manutenzione di quelle mura che custodiscono scrigni d’arte.
Di particolare interesse è il quadro che si trova sulla parete, al di sopra dell’altare maggiore, intitolato alla “Madonna tra le nuvole” che illustra un miracolo avvenuto durante una diatriba tra gli abitanti di Capodacqua ed alcuni cittadini di Norcia durante il periodo medievale. Il motivo del contendere pare fosse l’uso dei pascoli della montagna e per evitare uno scontro sanguinoso entrambe le parti si accordarono di smettere il combattimento al primo caduto. Un abitante di Capodacqua uccise un norcino per porre fine alla lite. In quel momento si levò una fittissima nebbia che non permise di vedere alcunché ai norcini, mentre agli abitanti di Capodacqua si mostrò, all’interno della nuvola, la figura della Madonna del Carmelo.  All’interno compaiono, inoltre, gli affreschi del Cinquecento, attribuiti a diversi a artisti. Il più interessante è “L’Assunzione della Beata Vergine” di stile rinascimentale.
“Vorremmo ripartire da posti come questo” ci dice un nonno alloggiato nella tendopoli: “Solo così possiamo sperare di farcela davvero, non lo dico per me ma per i miei nipoti. Magari qualcuno adottasse  questo tesoro aiutandoci a sanare quanto rimasto intatto”. Sarebbe una spinta perchè la popolazione possa ripartire proprio dalle sue profonde radici sulle quali ha trovato terreno fertile l’albero sociale di questa comunità. •

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