Con la forza della MISERICORDIA

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Il Giubileo si chiuderà in questo mese. La nostra chiesa ne sarà rinvigorita

L’Anno Santo della Misericordia si sta per concludere. Nella Bolla “Misericordiae Vultus” (n.5) Papa Francesco ha stabilito che l’Anno Santo dovesse concludersi il 20 novembre 2016, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, con la chiusura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
La domenica precedente, 13 novembre, XXXIII domenica del Tempo Ordinario, si concluderà il Giubileo nelle Chiese particolari e verranno chiuse le Porte Sante nelle Basiliche di Roma. Domenica 13 novembre anche l’Arcivescovo di Fermo scriverà la parola fine su questo anno giubilare chiudendo la porta santa della Cattedrale di Fermo.
È stato un anno difficile ma colmo di grazia. Tanti fatti hanno riportato alla mente, purtroppo, che gli uomini sono ancora Caino-Abele. Per fortuna, però, Dio difende sempre Caino. E nell’anno della misericordia molti, attraversando le porte sante, aperte in diocesi, hanno riscoperto che Dio è un Padre amorevole, tenero, paziente. Che Dio li aspetta chiedendo: “Dov’è tuo fratello?”.
L’anno santo infatti è l’anno delle opere di misericordia corporali e spirituali.
“Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente è coperta di pietre e di sabbia: in quel momento Dio è sepolto, bisogna allora dissotterrarlo di nuovo”. Sono parole che si leggono nel diario spirituale di Etty Hillesum, giovane donna ebrea olandese, deportata ad Auschwitz.
Il 13 novembre si chiude la porta santa ma si apre il cuore ad incontrare il Padre nostro. Tanti infatti sono i crocevia nei quali egli ci attende. Etty, cioè Ester, ce ne ricorda uno vicinissimo e sempre aperto al passaggio di Dio, quello della nostra anima, di quell’interiorità che è simile a una sorgente zampillante.
C’è una straordinaria freschezza in questo incontro, c’è intimità, spontaneità, immediatezza, come dice il Salmista: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente… È in te la sorgente della vita… O Dio, ha sete di te l’anima mia in terra arida, assetata, senz’acqua» (42,3; 36,10; 63,2). Ma giunge il giorno in cui sulla fonte si deposita una frana di detriti e Dio rimane sepolto. È la valanga delle cose, dell’esteriorità, della superficialità, della colpa che ricopre l’anima di una coltre pesante fatta di relitti, di scorie, di rifiuti. Bisogna, allora, con impegno, anche a mani nude, scavare per «dissotterrare Dio», riportarlo ancora al centro della coscienza, liberare dal fango le sue labbra perché ci parlino di nuovo, aiutare le sue mani ad accarezzarci.
Anche Dio ha bisogno di noi per essere lasciato libero di muoversi nello spazio della nostra anima e della nostra vita. È per questo che ci ha creati liberi come lo è lui, per un abbraccio spontaneo, schietto, tenero.
La Voce delle Marche offre un resoconto delle Porte Sante aperte in diocesi: Fermo, S. Elpidio a Mare, Mogliano, Corridonia, S. Maria a Mare, Madonna dell’Ambro, Petriolo. Esse sono state il segno di quella sorgente cristallina di cui parla Etty dal campo di concentramento.
Sono state un’oasi di grazia e di misericordia. •

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