Carlo, l’ultimo arrivato

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Quando qualcuno mi chiede il motivo o i motivi che mi hanno spinto a compiere la scelta di entrare in seminario rispondo semplicemente dicendo: la sete di Verità. Espressione che amo, concisa ma così esaustiva che apre all’incontro e al mistero Dio.
Un pomeriggio quando mi recai al lavoro in ospedale vidi sulla scrivania dell’ufficio una sorta di segnalibro dove era riportata un’espressione di Edith Stein che diceva:« Chi cerca la Verità cerca Dio, che lo sappia o no». Niente di più vero, ed è proprio la presa di coscienza della mano del Signore sulla storia della mia vita che ha alimentato in me il desiderio di Verità.
Quell’aspirazione a guardare oltre, che conduce alla pienezza di vita, che non puoi trattenere alla lunga e non si può ricercare nelle cose o nelle logiche mondane labili e fallaci, ma in Dio, dove tutto resta per sempre, non passa mai, dove si accumulano tesori di salvezza, grazie al dono di sé con la gratuità dell’amore, davanti ai suoi occhi piuttosto che davanti agli uomini.
Sento di dire che una simile scelta appare come drastica, ma più che drastica a me vien da rispondere “trasgressiva”, perché insolita, fa rumore, crea scalpore e genera il silenzio poiché ci invita a riflettere.
A noi riflettere spaventa perché basta accostarsi per poco al Signore e corriamo il rischio di uscire dal coro, di mettere in discussione la genuinità dei valori stabiliti dal mondo, che incita a percorrere un tragitto sulla corsia opposta alla mia, che conduce però, dove?
Oggi vivo l’anno propedeutico presso il Seminario Arcivescovile di Fermo accanto a ragazzi che come me vogliono conoscere il disegno d’amore che il Signore ha preparato per ciascuno, condividendo la mia giornata nel cammino di conversione che riserva le sue emozioni, novità, travagli, sacrifici ma ricco di tante speranze, contando sull’abbraccio della Chiesa e sullo sguardo misericordioso del Signore che non mi trascura mai. •

Carlo Tosoni

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