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Mogliano: si spera che la toppa non sia peggiore del buco

Pur essendo inserito dalle recenti leggi nel cosiddetto “cratere”, Mogliano non può certo essere annoverato tra i paesi più afflitti da questa crisi sismica che ha da poco superato i sei mesi di “vita”. Non siamo ai primi posti della triste graduatoria del numero di sfollati; i disagi sono assai contenuti, ed anche la nostra vita ecclesiale non ha subito grossi scossoni.
Sì, è vero che fin dall’inizio della crisi ci siamo trovati di punto in bianco senza una chiesa agibile, dalle tre che abitualmente avevamo a disposizione per le nostre assemblee, ma abbiamo avuto a disposizione bei locali che sono più di una semplice “ruota di scorta”.
È stato immediatamente riattivato l’ex cinema parrocchiale di San Gregorio (già a lungo utilizzato per il culto durante la chiusura per restauro della chiesa dal 2004 al 2010), come anche il salone adiacente al Santuario del SS. Crocifisso; due locali sufficientemente capienti ed atti a favorire una preghiera composta e dignitosa, certamente molto meglio rispetto alle soluzioni più precarie che sono state adottate in molti paesi a noi vicini. Data l’inagibilità anche dell’Arcipretura di Santa Maria, di proprietà comunale, è stata fatta la scelta di celebrare una messa prefestiva anche nella chiesa di San Giuseppe, inclusa nel monastero delle suore, opportunamente messa in sicurezza.
I primi sopralluoghi, confermati anche dopo la fortissima scossa del 30 Ottobre, sanciscono l’inagibilità per Santa Maria ed il Santuario, mentre consentono la riapertura di San Gregorio, resa maggiormente sicura con qualche lavoro condiviso dal parroco con il Consiglio per gli Affari Economici. Mogliano raggiunge così l’obiettivo lusinghiero di “una chiesa per paese”, anche se permane un certo rimpianto per la perdita di altri luoghi di culto importanti, punto di riferimento per chi frequenta Mogliano, ed in particolare il Santuario, anche da fuori.
A Febbraio una svolta, tutta da capire: si svolgono gli ultimi sopralluoghi a carattere strutturistico, e le famose “schede”, sospirate come non mai, ribaltano la sentenza. Santa Maria ed il Santuario del Crocifisso diventano “agibili con provvedimento”, tra la gioia spontanea ed immediata dei fedeli ed alcuni dubbi da parte dei più smaliziati.
Certamente, ove le spese necessarie per raggiungere l’agibilità (che non coincide con il più importante, e per questo non meno necessario adeguamento sismico) risulteranno abbordabili, le nostre comunità, desiderose di riappropriarsi quanto prima dei loro amati luoghi di culto, faranno di tutto per contribuirne alla riapertura; ma il timore che ci si fermi alla semplice “agibilità”, senza andare oltre e sperare in una più seria riqualificazione del nostro patrimonio artistico, in cui lo Stato prenda coraggiosamente (e rapidamente) in mano la situazione diventando l’attore protagonista, insinua in tutti noi il sospetto che, anche questa volta, la toppa possa essere peggiore del buco. •

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