Home » prima pagina » Riferimento sociale, culturale e politico

Riferimento sociale, culturale e politico

Stampa l articolo
Nel nuovo paese (Giussano), dove mi ero trasferito per lavoro, notai subito un associazionismo laicale cattolico che non immaginavo così vitale: Comunione e Liberazione (CL), Azione Cattolica (AC), Acli (Associazioni Cattoliche dei lavoratori italiani). Accanto a queste aggregazioni imparai subito a conoscere una miriade di cooperative sempre di stampo cattolico, nate alla fine del mille ottocento. La Brianza, ancora contadina, si andava trasformando in una vivace realtà industriale. Nascevano le grandi fabbriche di Sesto San Giovanni che attiravano manodopera dalle campagne. Nell’immediato primo dopoguerra, le fabbriche del mobile uscivano dalla grande città di Milano e si distribuivano in Brianza. Meda, Cabiate, Seregno, Desio, Lissone, Giussano, Carate Brianza, Cantù, per tutti gli anni sessanta del novecento e oltre, diventavano i paesi del mobile.
Nei primi anni, pur abitando a Giussano, il paese dell’indimenticato Stefano Borgonovo, passavo tanto tempo fuori di casa. Per due anni ho insegnato in diverse scuole del milanese. Trovai però inaspettatamente un legame con la cittadina che conta oggi venticinque mila abitanti. Flavia, che prendeva con me il treno delle Ferrovie Nord Milano nella stazioncina di Carugo- Giussano e frequentava l’Università Cattolica, mi invitò in un giorno imprecisato, forse, settembre (1978) a presentarmi presso la locale scuola serale popolare nata qualche anno prima all’ombra della parrocchia SS. Filippo e Giacomo. Lei insegnava Storia e Geografia, io avrei dovuto insegnare Italiano. Accettai subito. Fu per me il legame con l’ambiente. Daniele, il responsabile della scuola, Rachele, Piero, Flavia, gli insegnanti della scuola provenivano tutti da Comunione e Liberazione.
Dal 1978 al 1984 insegnai in questa scuola. Con l’incarico prima (1980) e il passaggio di ruolo (1984) nella Scuola Media di Verano Brianza, il paese dell’astronauta Paolo Nespoli, ero quasi a casa. Avevo quindi più tempo per frequentare i corsi d’aggiornamento presso l’Istituto di Storia della Resistenza e del Movimento operaio di Sesto San Giovanni, presso la Fondazione Feltrinelli, presso il palazzo delle Stelline di Corso Magenta, lezioni tenute dal gruppo memoria e transfert (Cornoldi, Meazzini, Groppo) o presso il Cisem di Milano. Alternavo l’insegnamento al mattino con l’aggiornamento il pomeriggio e altro insegnamento dopo cena presso la scuola popolare di Giussano.
La svolta avvenne quando entrai a far parte delle ACLI di cui conoscevo quasi tutti i maggiori responsabili locali. Li vedevo agitarsi in un moto quasi permanente. Erano ovunque. Raccoglievano firme, allestivano mostre, organizzavano convegni e conferenze. Conoscevo tutte le cooperative edilizie acliste. I “Nuovi Giussanesi avevano dato una casa dal secondo dopoguerra in poi alla maggior parte degli abitanti e costruito “Il Villaggio Castoro”.
La Cooperativa “Acli Duemila” edificava, nella prima metà degli anni novanta, settanta appartamenti e il nuovo Centro Commerciale con circa trenta negozi nel cuore del paese e recuperava una villa gentilizia, Villa Arienti, dove le Acli fissavano la loro nuova sede, spostandola dalla vicina piazza San Giacomo dove ho abitato dal marzo del 1977, anno del mio primo arrivo a Giussano a giugno del 1996, anno del mio trasferimento a Civitanova Marche.
Correva l’anno 1991. In paese erano arrivati i primi immigrati. Molti di loro provenivano dall’Albania. Erano stati alloggiati dal comune in alcuni locali in disuso presso la locale Scuola Media “Alberto Da Giussano”, dove ho mosso i miei primi passi come insegnante di lettere. La Parrocchia SS. Filippo e Giacomo aveva aperto la casa d’accoglienza in piazza San Giacomo, nello stesso palazzo dove era la vecchia sede delle ACLI. Alberto, il segretario locale delle ACLI, m’invitò a insegnare Italiano agli immigrati. Iniziai assieme alla prof.ssa Fiorella la scuola che dura tuttora. Fiorella ne è ancora la porta bandiera. Ho ancora molti contatti con il paese. Mi recavo alla scuola al mercoledì e venerdì dalle 20,00 a mezzanotte. Non riesco a capacitarmi come potevo sostenere così tanti impegni: scuola il mattino e nel primo pomeriggio a Verano Brianza. Ero su classi a tempo prolungato. Nel tardo pomeriggio frequentavo corsi d’aggiornamento di didattica della storia tenuti da Maurizio Gusso, Alberto De Bernardi, Scipione Guarracino, Ivo Mattozzi, Antonio Brusa. Alla sera, dopo cena, di nuovo scuola di Italiano per stranieri presso la sede delle Acli di Giussano.
Ma dell’associazione seguivo anche i convegni, le iniziative culturali di cui davo notizia sul “Cittadino di Monza e Brianza” o sul mensile “Giussano”. Sono stati gli anni più belli. Trovavo nell’ambiente aclista un punto di riferimento importante per crescere sotto tutti i punti di vista, dal sociale alla politica alla cultura. Ricordo la conferenza di Giovanni Moro, il figlio di Aldo Moro sequestrato e ucciso dalle Brigate Rosse. Giovanni Moro era stato chiamato per un incontro che aveva come tema i diritti del malato. Il circolo Acli era particolarmente interessato al buon funzionamento del “Borella”, l’ospedale del paese. Don Gino Rigoldi, oggi cappellano al Beccaria di Milano, fondatore della “Comunità Nuova”, associazione che aveva allora una sua sede a Besana Brianza, fu invitato per dibattere il recupero di quei ragazzi che avevano conosciuto il carcere. Il giornalista e biblista don Abramo Levi tenne un incontro indimenticabile su “Davide Maria Turoldo, poeta e profeta”.
Molto attente a tutti quei segnali che arrivavano dal mondo della politica, dell’economia e della società civile in genere, promuovevano nel mese di ottobre 1992 tre incontri aventi per tema “L’impegno della Chiesa e dei cristiani per una società del lavoro libero, dell’impresa e della partecipazione”, relatori: il vescovo di Alessandria mons. Charrier (venerdì 9 ottobre), l’onorevole Antonio Pizzinato (venerdì 16 ottobre), il dott. Mario Colombo, l’allora presidente dell’INPS (venerdì 23 ottobre). Nel mese di maggio del ’93 proponevano un ciclo di conferenze sull’argomento “Noi e l’Islam”, declinandolo in tre sotto – temi: “Aspetti sociali e culturali – Le nostre società e la cultura islamica”, relatore prof. Paolo Branca, ricercatore di Islamismo all’Università Cattolica di Milano (giovedì 6 maggio 1993), “Religione Cristiana e l’Islam – Aspetti religiosi”, relatore don Augusto Casolo, direttore del Centro Ambrosiano di documentazione per le religioni (giovedì 13 maggio 1993), “L’Europa e i flussi migratori”, relatore Angelo Levati, consigliere regionale ACLI Lombardia (giovedì 20 maggio). Tutti gli incontri, tenuti nella sede Acli di villa Arienti di Giussano, avevano sempre una larga partecipazione di pubblico.
Tutte le iniziative promosse dalla Caritas parrocchiale in favore delle popolazioni dell’ex Iugoslavia, martoriate dalla lunga guerra civile, trovavano le Acli sempre in prima fila a raccogliere indumenti e cibo. Assieme al Gruppo Missionario e agli Alpini di Giussano, le Acli aderivano all’iniziativa di solidarietà finalizzata alla costruzione, a Ranotsara, nel Madagascar, di un oratorio e di una casa parrocchiale per padre Luigi Elli, originario di Giussano, di un oratorio e di una scuola professionale a Kalpitiya in Sri Lanka. Nel 1997 le Acli celebravano i primi cinquant’anni della propria presenza a Giussano, essendo nate il 19 marzo 1947, raccolte attorno a Sandro Molteni, il primo presidente nonché indimenticabile sindaco del paese brianzolo. •

About Raimondo Giustozzi

Vedi anche

Cerreto di Montegiorgio

Più ci vado e più mi stupisco! Forse perché cambiano gli occhi con cui guardare …

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: