Chiamale Emozioni

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Maria Luisa Raccichini, un’artista che dipinge e ci fa sentire la vita.

È nativa di Porto San Giorgio, Maria Luisa, e da giovanissima, per amore dell’arte, si iscrive al Liceo Artistico della città in cui vive, sezione architettura. Ricorda con stima, i cognomi, di quelli che furono i suoi insegnanti: Piergallini Malaspina Annibaldi De Santis. Docenti che l’hanno accompagnata in percorsi non solo di tipo didattico, ma di formazione personale, in cui poter confermare la sua passione per l’arte pittorica. Varie sono le tecniche alle quali affida i temi dei suoi quadri: l’acquerello, l’olio, la china, tecniche impegnative tese però alla ricerca della perfezione delle linee.
La natura suscita in lei un interesse particolare: i fiori, gli alberi, le radici da cui partono mani che si elevano, in unità, verso l’alto come formassero il sacro calice. Ed ancora: i gabbiani, i paesaggi, le lettere dell’alfabeto, realizzate in miniature di linee e segni perfetti, questi sono i soggetti che maggiormente fanno fermare lo sguardo ed il pensiero. Tuttavia, Maria Luisa, trattiene nelle linee che traccia un mistero grande con la rappresentazione di uomini alati, donne trattenute nell’essenza della bellezza della maternità universale, personaggi a carattere sacro come il volto del Cristo sofferente. Infatti, la loro rappresentazione, apparentemente immobile e statica, intrinseca di grata spiritualità orante, rendono ancor più inatteso l’effetto emozionale che suscitano. La loro espressività trattiene lo sguardo dell’artista, così come nel ritratto di un giovane uomo alato può riuscirci affascinante per la rappresentazione della sua intima umanità. Questa pittrice ci consente di partecipare alle proprie sensazioni che rappresenta.
La volontà di dipingere, il bisogno di parlare attraverso le sue opere, con quei particolari che coincidono con i sentimenti dell’animo umano, non l’hanno mai abbandonata. Ed ecco che sta qui la sua forza: nella poesia, nel lasciar solo suggerire con l’impressione di verità ed autenticità le sue opere. Le emozioni, gli insegnamenti, derivano dalla sua capacità di trasmettere le proprie intenzioni verso quella forma di bellezza che si lascia spiegare, decifrare, interpretare.
E’ importante notare, la necessità dell’occhio attento non solo dell’artista ma anche di chi ne usufruisce come spettatore, dando valore e senso al profondo che ci porta a provare attrazione per quella data opera.
Gli artisti credo che siano, alla fine, in qualche modo, per qualche aspetto, dei rivoluzionari puri quando riescono ad esprimere i concetti di natura o di morte, nella contemplazione della vita che scorre e sempre si rinnova, vita in cui rispecchiarsi ed interrogarsi. Nelle rappresentazioni dinamiche, di Maria Luisa Raccichini come ad esempio dei gabbiani in volo, i nostri occhi agganciano desideri e passioni, ragione e paura, speranza che tutto continui come in un inno alla gioia proteso al cielo. Fino a che ci sarà un uomo sulla terra dovrà esserci un’immagine da guardare, una musica da ascoltare, una poesia in cui riconoscersi, foss’anche il tempo o solo il ritmo di un respiro vero. Kahlil Gibran, poeta particolarmente amato da Maria Luisa scrisse: “La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce nel cuore”. Questa luce del cuore la si coglie nelle varie opere di quest’artista che dell’arte pittorica ha fatto una sua intima ragione d’essere. •

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