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“Pensieri su Dio in un corpo di marmo”

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Vitaliano Scoccia affetto da Sla, scrive un libro grazie al puntatore oculare rispondendo alle domande dei bambini del catechismo con l’aiuto dell’amico don Tarcisio Chiurchiù.

Una storia che muove e commuove quella di Vitaliano Scoccia che immobilizzato a letto dalla Sla, scrive un libro con il suo amico parroco Don Tarcisio Chiurchù, rispondendo alle domande scritte dai bambini del catechismo. A spiegarcelo lo stesso Don Tarcisio Chiurchiù.

PORTO SAN’TELPIDIO – Un libro nasce sempre dalla voglia di comunicare qualcosa di importante. Questo libro è polifonico e nasce dall’incrocio di tante storie e tante esperienze: quella di Vito, un mio amico che alcuni anni fa è stato inesorabilmente inchiodato in un letto dalla SLA e comunica col mondo con un puntatore oculare e quella mia, di un semplice parroco della periferia di Porto Sant’Elpidio ed insegnante di teologia. L’ispirazione immediata per iniziare a scrivere e far scrivere mi è venuta dalla lettura di un libro di Fabio Rosini, L’Arte di Ricominciare, dove tra l’altro l’autore racconta in due pagine la sua amicizia con una persona affetta da SLA e la risorsa che è stato per lui e per le persone che hanno incontrato questo amico e che venivano da don Fabio stesso invitate al suo letto per fare “direzione spirituale”.
Ecco la mia idea ed il mio pensiero e cioè che Vito è una risorsa per la Chiesa: quello che lui vive non è solo per lui ma per annunciare la Buona Notizia. Come immaginare però questo dialogo con Vito? Di che cosa parlare? Come mettersi in dialogo con il mondo? Raccontare solo la sua esperienza avrebbe sortito forse solo rassegnazione o peggio pietismo.
Avevo conservato da tempo nel cassetto tanti fogli scritti dai bambini di catechismo della mia parrocchia di una decina d’anni fa, zeppe di domande su varie tematiche religiose e non solo, aspettando il momento giusto per rispondere e farmi sollecitare.
Li ho rispolverati, scannerizzati e li ho condivisi con Vito. Insieme, aiutati dalle proposte profonde e curiose dei bambini abbiamo provato ad individuare percorsi di riflessione sui grandi temi della vita (via, morte, malattia, dolore, resurrezione ecc).
Le mie risposte teologiche si sono pertanto concretizzate nell’essenzialità delle parole e delle riflessioni di Vito, che distillano le verità al crogiuolo della sofferenza e della solitudine. Lui si definisce un cervello pensante in un corpo di marmo (da qui il titolo che abbiamo voluto per il libro) ma il suo cuore pulsa vita e rimanda prepotentemente tutti i perché di una umanità inquieta e sola che tenta con difficoltà di mettersi in dialogo. Il suo abisso di solitudine rappresenta i tanti uomini e donne rimasti per tante ragioni in silenzio, sofferenti perché non capiti e amati. Vito fortunatamente continua a vivere un rapporto forte con la sua sposa e la sua famiglia che mai l’hanno abbandonato. Ma nelle lunghe ore di silenzio queste domande tornano fortemente a galla e spingono a riflettere e ad affidarsi.
Resta sullo sfondo del libro una generazione che cresce in un mondo che corre troppo ma deve necessariamente fermarsi (il libro è nato anche nel culmine della Pandemia Mondiale del Covid 19 del 2020-2021) per pensare a quelle domande che crescendo restano imprigionate nello stupore deluso dei bambini di allora. È tempo, per vivere meglio, di fermarsi… semplicemente a pensare. Un lusso che pochi si permettono, convinti di sapere perché cliccano qua e là qualche notizia e strappano qualche informazione necessariamente troppo superficiale per la grande sete di verità che alberga in ogni uomo. Mentre il mondo corre e non si ha tempo per niente, c’è un altro mondo che va lentamente e che deve attendere un tempo che sembra senza fine.
Questo libro è in fondo un prendersi tempo per poter avere tempo di pensare più profondamente a quello che dà senso al nostro vivere. Le domande dei bambini rivolte a noi grandi servono semplicemente ad orientare la nostra ricerca del vero e del bello: non esauriscono tutte le aspettative ma aiutano sicuramente ad attendere, rendendosi operosi nell’indagare. Pertanto il libro, autoprodotto, ha tutte le caratteristiche di un lavoro artigianale non destinato al grande marcato e non reperibile via internet. Così con la sua umiltà vuole lasciare un segno da chi si lascia incontrare. Il ricavato dalla sua vendita viene messo a disposizione per piccoli progetti in favore degli ammalati di Sla in collaborazione con l’AISLA locale.
La libreria Stella Maris di Porto San Giorgio si è resa disponibile a distribuirlo insieme alla parrocchia Sacro Cuore di Porto Sant’Elpidio. •

 

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