Fare il bene fa bene

Stampa l articolo
La sede della Caritas diocesana in Via Palestrina a Fermo, con i suoi uffici ed il Centro d’Ascolto (CdA), rappresenta le due anime che contraddistinguono la Caritas: la promozione della testimonianza della carità con un’ attenzione educativa e pedagogica e gli strumenti pastorali, tra i quali appunto il CdA, attraverso cui traduce questa sua propensione.

La Caritas diocesana ha come principale compito quello di essere un punto di riferimento per le Caritas parrocchiali, promuovendo la Carità nel territorio diocesano, offrendo occasioni di formazione, di approfondimento, di sensibilizzazione per una animazione pastorale concreta ed efficace. L’anno appena concluso è stato ricco di iniziative: la progettazione, l’avvio al servizio e la formazione di 22 ragazzi che prestano il loro servizio civile in 12 sedi sparse per il territorio diocesano, la realizzazione di un percorso formativo per tutti gli animatori e operatori della carità, la messa online del sito (www. caritasfermana.it) che permette di informare e sensibilizzare su quanto avviene in tutte le Caritas della diocesi, la progettazione a favore dei più svantaggiati condivisa con gli Ambiti Sociali del fermano e del maceratese, la cura delle relazioni con le parrocchie gemellate dal terremoto de L’Aquila, l’organizzazione di corsi di formazione per le nuove Caritas parrocchiali (come a Civitanova), l’iniziativa volta alla sensibilizzazione dei giovani al volontariato ‘Far bene fa bene’, il costante contatto con la Delegazione regionale Caritas Marche, la promozione e la diffusione di Ospoweb, il nuovo programma per l’archiviazione e l’analisi dei centri di ascolto che sta permettendo ai CdA della diocesi di condividere informazioni e fare rete. Molto ancora potrebbe essere fatto e migliorato.

Il nostro sogno è, infatti, quello di rafforzare sempre più i rapporti con le Caritas parrocchiali, soprattutto in termini di relazioni umane, di riuscire a far sentire la Caritas diocesana vicina, nonostante le distante geografiche e di infondere il desiderio di creare in ogni parrocchia una piccola Caritas o un piccolo gruppo di persone referenti per la Carità. Di fronte alle difficoltà e alle sconfitte quotidiane, cerchiamo di far nostre le parole che il Papa ci ha lasciato in occasione del 40° anniversario di Caritas Italiana lo scorso anno: “… non desistere mai da questo compito educativo, anche quando la strada si fa dura e lo sforzo sembra non dare risultati. Vivetelo nella fedeltà alla Chiesa e nel rispetto dell’identità alle vostre istituzioni, utilizzando gli strumenti che la storia vi ha consegnato e quelli della fantasia della carità”. Il Cda diocesano è il punto di riferimento per tutta la città di Fermo. Ogni giorno si presentano italiani e stranieri in cerca di lavoro e di aiuto.

Negli ultimi mesi la situazione economica e sociale sempre più grave ha portato ancora più persone a rivolgersi ai volontari del CdA (1.830 interventi e 228 utenti nuovi). Trovare famiglie che richiedano badanti o offerte di lavoro di altro genere si fa sempre più difficile. In molti si presentano con affitti arretrati, bollette o rette per le mense scolastiche da pagare. Diversi sono poi coloro che non hanno un posto in cui dormire. In questo momento di profonda crisi è sempre più difficile pensare ad un percorso di reinserimento e di accompagnamento. Si cerca di rispondere e tamponare queste emergenze, grazie anche alla collaborazione con l’Ambito Sociale XIX ,con i servizi sociali e con l’Associazione Il Ponte. Nel periodo dell’Avvento si è cercato di sensibilizzare le comunità parrocchiali della città di Fermo per raccogliere alimenti da consegnare alle famiglie richiedenti. Parroci e cittadini hanno risposto con enorme sensibilità all’iniziativa ‘..come una vedova..’ così che a dicembre è stato possibile garantire a 174 famiglie del territorio un pacco alimenti dignitoso. Anche i bambini della scuola elementare Tiro a segno ci hanno fatto visita prima di Natale per consegnarci quanto loro stessi avevano comprato per donarlo. Oggi, l’impegno per tutti i volontari è gravoso ma la certezza che, tramite le loro mani, i sofferenti possano sentire il calore di Dio fa si che si continui ad operare con perseveranza e speranza. •

Noemi Tamburrini

Rispondi