Le nostre tenebre sono illuminate dalla luce che i “nostri” santi, quelli anonimi, quelli oscuri hanno seminato quaggiù. Pensando a mia madre, sono tre gli aspetti della sua santità che mi piace ricordare e mi lasciano attonito. È stata toccata dall’amore di Dio e ha cercato di risponderGli, nella libertà e nella dedizione totale. Ricordo da bambino quelle domeniche d’inverno quando c’era tanta neve… Mio padre era fuori per lavoro. Mia madre si copriva alla meglio e, calzati gli stivali, usciva per non lasciare la messa. E quando, malata, era in ospedale, non mancava mai di precedermi nel recitare le “sue” preghiere. Tutto questo era vissuto senza il peso di un dovere, ma con la gioia di rispondere ad una chiamata.
L’altro aspetto che mi lascia senza fiato è la sua gioia anche nei momenti più difficili e nella povertà. Una gioia che era contagiosa. La ricordo cantare infatti mentre si occupava delle faccende di casa facendo contemporaneamente mille altre cose. La ricordo affidarsi a Dio anche quando “il cielo sembrava chiuso” e si industriava perchè nessuno di noi capisse i suoi sacrifici. Non ci ha fatto mai mancare nulla nonostante che in certi periodi non avessimo nulla. Con la sua macchina da cucire “Singer” faceva davvero miracoli. Riusciva, con un avanzo di stoffa, a preparare un vestitino a mia sorella o, con un gomitolo di lana, un maglione per mio fratello. Il terzo aspetto necessario, per essere santi, è il segno dei miracoli. Il miracolo di mia madre è uno: il fatto di esserci stata sempre. Di aver vissuto la vita di tutti, in maniera diversa, in un paesino come Smerillo. Il miracolo stupefacente è che è esistita facendo del bene a tutti, non solo ai familiari. E come lei, chissà quante altre sante persone.
Tutti dovremmo stupirci e ringraziare la Vita per questo miracolo: che quaggiù, in ogni più piccolo posto di questo mondo, non vengano a mancare queste creature ordinarie, nascoste, anonime contagiate dal messaggio di Cristo. Quanto agli altri miracoli, quelli soggetti alla verifica della Congregazione dei Santi, credo che al buon Dio non siano strettamente necessari. Mia madre si è specializzata a compiere i “non miracoli”: ossia a produrre un po’ di pulizia, onestà, bontà, perdono, fedeltà quotidiana, dimenticanza di sé… Il mondo funziona soprattutto grazie ai “non miracoli”. •
Nicola Del Gobbo