È il racconto dell’Atletica, Ginnastica, Calcio e Rugby della Fermo dagli anni ’30 agli anni ’50. Sono gli anni del Fascismo, dei suoi suoi giochi Littoriali, dei Campi e Concorsi Dux e delle divise della GIL (Gioventù Italiana del Littorio). Sono anche gli anni del dopo-guerra e della faticosa ricostruzione.
Parole e immagini (le foto sono tante e tutte in bianco e nero con il conseguente fascino che le sottende) per un volume che, curato da Andrea Livi e dalla gentile consorte Sabrina Sollini, arriva dopo la prima «Fermo sportiva», quella degli sport praticati «dagli antichi giochi fino alle gare dei primi anni Trenta del Novecento».
Un lavoro certosino di ricerca e cucitura dove gli autori hanno spulciato archivi pubblici e privati, giornali quotidiani e riviste. Uno spaccato della città, ma anche del Paese, in anni cruciali.
Emergono personaggi che la memoria avrebbe fatto fatica a trattenere. Come Giovanni Del Bello, giovane fermano trasferitosi a Roma per le vessazioni fasciste, e, avvicinatosi al rugby, ne diventò una stella. Fu lui, tornato nelle Marche (passava le vacanze a Porto San Giorgio), a diventare allenatore e giocatore della neonata Società Sportiva Fermana del rugby, portandola a livelli impensabili per una compagine di provincia. O come il pittore e atleta Giuseppe Pende, docente a Fermo, e recordman pugliese (era nato nel 1914 in provincia di Bari) dei 400 metri piani a 17 anni.
Nel 1947 aveva conquistato il titolo di campione marchigiano nel salto triplo. L’anno successivo, nella stessa disciplina, s’era piazzato tra i finalisti ai campionati italiani. O, ancora, come il grande ginnasta Pietro Baldassarri, tra l’altro anche insegnante di educazione fisica al Liceo-ginnasio Annibal Caro. Portò la Ginnastica Victoria ad altissimi livelli. Dopo la prigionia, con don Giovanni Marozzi del Ricreatorio San Carlo, Baldassarri organizzò il Concorso della Ricostruzione (1946) e il grande Concorso Interregionale (1949). «Fece dello sport vera missione» scrisse nel 1965 La Voce delle Marche. Fermo sportiva non ha dimenticato certo il calcio e i suoi uomini: Nenad Dolić, Eraldo Guidi, Árpád Hajós, Franco Iancarelli, Elvio Matè, Francesco Mazzoleni, Renato Paci, Bruno Recchioni, Ivan Sandukcić.
Nella parte del libro dedicata al calcio sui giornali, alla radio e alla televisione, non poteva mancare il prof. Danilo Interlenghi e la sua Olivetti Lettera 22 con la quale redigeva gli articoli per il Corriere dello Sport, Corriere della Domenica, Il Messaggero, la RAI. Scriveva e realizzava caricature rimaste immortali.
Andrea Livi e la signora Sabrina stanno già lavorando al terzo volume: lo sport sino agli anni ’70. •