Delegazione russa ortodossa da Papa Francesco
“Nel mondo, che sta attraversando un periodo di drammatiche divisioni, non si può sottovalutare il ruolo pacificatore e umanitario delle Chiese”. Nel saluto a Papa Francesco, il metropolita Hilarion ha sottolineato l’importanza nel contesto attuale della “comune testimonianza delle Chiese sui valori universali di pace, amore, misericordia e perdono”. “Il mondo è diviso e chiama i cristiani”, ha aggiunto il cardinale Bassetti: “È come un deserto assetato di acqua: poter portare quest’acqua nello Spirito dell’amore, dell’unità tra noi e della concordia è la più grande testimonianza che possiamo dare”.
Il mondo è assetato di pace e le Chiese oggi sono chiamate a camminare insieme, a riconoscersi sorelle nella fede, ed essere così ovunque nel mondo segno di comunione, artigiane della riconciliazione. C’è piena sintonia tra i leader religiosi. Soprattutto c’è la consapevolezza che non c’è alternativa all’unità: la strada della divisione porta solo guerre e distruzione. Si è svolta in un clima di grande solennità l’udienza privata che questa mattina un’autorevole delegazione della Chiesa ortodossa russa, guidata dal Metropolita Hilarion di Volokolamsk, capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha avuto con Papa Francesco. L’udienza si è tenuta nella saletta in Vaticano adiacente all’aula Paolo VI, prima dell’udienza del mercoledì e al termine di un “incontro di lavoro e di fraternità”, che si è svolto a Roma dal 28 al 30 maggio, presso la sede della Conferenza episcopale italiana, nell’ambito di un dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica in Italia, avviato un anno fa a Mosca e che ha messo al centro il grande patrimonio della cultura cristiana.
“Nel mondo, che sta attraversando un periodo di drammatiche divisioni, non si può sottovalutare il ruolo pacificatore e umanitario delle Chiese”. Nel suo saluto a Papa Francesco, il Metropolita Hilarion ha sottolineato l’importanza nel contesto attuale della “comune testimonianza delle Chiese sui valori universali di pace, amore, misericordia e perdono”. Per secoli le Chiese sono state divise tra loro e le ferite oggi sono profonde, radicate. Tra questi mondi rimasti per troppo tempo separati, emerge però una via preziosa di “guarigione” e avvicinamento ed è la cultura “con la sua lingua universale”. I pellegrinaggi alle reliquie, la venerazione dei santi “permettono di conoscere le tradizioni, la storia e il patrimonio artistico della Chiesa e del popolo di uno o dell’altro Paese”. E “questo – ha sottolineato Hilarion – non può non favorire la comprensione reciproca, il dialogo fra ortodossi e cattolici e la pace internazionale e interreligiosa”. È maturata in questo “solco” e sulla scia della traslazione temporanea in Russia di una parte delle reliquie di san Nicola custodite a Bari, la decisione del Patriarcato di Mosca di contraccambiare il dono e far giungere in autunno l’icona del Crocifisso, dipinta da Dionisij, un allievo di sant’Andrej Rublev, e di esporre nelle Sale del Braccio di Carlo Magno, in piazza San Pietro, venti icone provenienti dalla collezione della Galleria Tretjakov.
“Siamo convinti che in un mondo che ci vorrebbe divisi, i cristiani possono essere segno di unità e artigiani di pace, pur nella loro diversità. Ci incoraggi, Padre Santo, in questo impegno”. Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che questa mattina ha accompagnato da Papa Francesco la delegazione russa. Anche il cardinale Bassetti ha ribadito il desiderio da parte della Chiesa cattolica italiana di continuare questi incontri “come ci ha esortato a fare con tanta benevolenza Sua Santità il Patriarca Kirill a Mosca lo scorso anno, per arricchire la nostra mutua conoscenza”.
“Il Santo Padre – ha poi raccontato al Sir il cardinale – ha insistito molto sul camminare insieme e anche che non ci sia concorrenza. Chi fa bene una cosa, continui a farla e il bene è per la lode di Dio”. “Il mondo è diviso e chiama i cristiani”, ha aggiunto il cardinale:
“È come un deserto assetato di acqua: poter portare questa acqua nello Spirito dell’amore, dell’unità tra noi e della concordia è la più grande testimonianza che possiamo dare al mondo e la più grande risposta che i cristiani possono dare alla preghiera di Gesù ‘ut unum sint’”.
Ma se le Chiese sono ancora divise e il dialogo è lento, i cristiani sono uniti in molte parti del mondo in nome di un “ecumenismo del sangue”. “Quando ti uccidono per odio a Cristo e alla fede cristiana – ha detto Bassetti -, non ti domandano se sei cattolico o se sei protestante, luterano, ortodosso o copto. Sei di Cristo”. •