Molte problematiche derivano anche dal tipo di lavoro che si svolge, lavori usuranti o attività dove lo scheletro deve caricarsi di pesi eccessivi, predispongono ai disturbi suddetti, ma anche i lavori ripetitivi: col diffondersi dei computer, abbiamo oggi vere e proprie patologie che aggrediscono la colonna cervicale, l’apparato visivo e l’arto superiore, quest’ultimo soffre per l’uso quotidiano e prolungato del mouse.
Essendo l’uomo una specie bipede ed avendo una base d’appoggio piccola rispetto all’altezza, la colonna vertebrale sarà la vittima principale di questa situazione, si renderà necessario quindi un esercizio fisico quotidiano di compenso di almeno un’ora possibilmente all’aria aperta, per ovviare alla necessità di ossigeno e di luce solare di cui il nostro organismo è sempre più carente. Ai nostri giorni infatti i lavori si svolgono sempre di più al chiuso e in presenza di riscaldamento o refrigerazione artificiali e sono sempre di più lavori statici o che necessitano di pochi movimenti.
In presenza di patologie dell’apparato locomotore, la prima cosa che l’osteopata fa, è la raccolta delle informazioni legata a patologie, interventi o traumi che il paziente può aver subito in passato, ossia l’anamnesi remota e recente. All’anamnesi segue un esame posturale dove si osservano tutti i segni che l’organismo mostra in situazione di stasi e di movimento ossia la semeiotica medica classica, in seguito si farà un esame palpatorio, le tre fasi porteranno alla diagnosi osteopatica, punto fondamentale che indica la strada da seguire nel trattamento.
Mettere in relazione il sintomo con la causa che lo scatena è la grande innovazione che l’osteopatia ha introdotto nell’arte medica, ossia, l’osteopatia non si rivolgerà mai soltanto al sintomo, ma ne cercherà la causa che potrebbe risiedere in distretti anche molto lontani da quello dolente, in un’articolazione, in organo interno, in un organo di senso oppure in un evento recente o molto lontano nel tempo che può arrivare persino al momento della nascita. Ogni trauma infatti, resta scritto sul corpo umano come una frase su un libro e dá segno di sé nella morfologia corporea. Altra cosa molto importante è che il trattamento osteopatico non segue protocolli, ossia non tratterà mai ad esempio una lombalgia sempre nello stesso modo, perché, essendo il paziente unico, con il suo specifico DNA, le sue specifiche famigliarità, la sua storia unica ed irripetibile e la sua morfologia, necessiterà di un trattamento altrettanto specifico ed unico.
Le sedute possono essere distanziate di 15 giorni l’una dall’altra, ma questa non è una regola fissa, molto dipende dall’età del paziente e dalle condizioni in cui si trova, certo è che non tratteremo il pazienti tutti i giorni perché il sistema-corpo ha bisogno di “lavorare” sul trattamento fatto. Non ci sono controindicazioni al trattamento osteopatico e non ci sono reazioni avverse, può succedere invece che prima di rimettersi, l’organismo passi per una fase in cui si possono scatenare dolori intermittenti o altri fastidi, ma il percorso va sempre nella direzione del riequilibrio e del benessere. Anche altri disturbi che non coinvolgono direttamente l’apparato locomotore possono essere trattati con l’osteopatia come ad esempio i problemi viscerali quali la stitichezza, il reflusso gastroesofageo, le prostatiti, l’amenorrea e la dismenorrea, le problematiche di fertilità di coppia o individuali. Sicuramente trarranno beneficio dal trattamento osteopatico anche le cefalee, le problematiche occlusali, le malattie respiratorie come l’asma o le bronchiti, il bruxismo notturno, gli acufeni, le vertigini e molte altre patologie ancora; sarebbe opportuno inoltre trattare ogni paziente che sia reduce da un intervento o da trattamenti odontoiatrici, i bambini nei giorni successivi ai vaccini, i portatori di apparecchi odontoiatrici o di bite, tutti quei pazienti che, in un modo o nell’altro, abbiano bisogno di un riequilibrio organico. •
Diana L. Splendiani