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“Buongiorno Mondo!”

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Porto San Giorgio: torneo di ping pong a casa insieme a tante altre attività.

“Buongiorno Mondo!” dico, appena sveglia, dalla fine di Febbraio, perché il mondo si è trasferito a casa mia.
Sono una docente di scuola secondaria superiore delle Marche pertanto ho vissuto l’isolamento preventivo ancor prima che tutta l’Italia fosse dichiarata Zona Rossa; vivo a Porto San Giorgio, ho tre figli: Ersilia, Luciano e Giuseppe, rispettivamente 15, 14 e 12 anni. Mio marito, Marcello, disabile in carrozzina, lavora a Fermo.
Prima che questa emergenza esplodesse, le nostre giornate erano scandite da ritmi serrati in cui lavoro, studio, amici, musica, sport e passeggiate si intrecciavano incalzantemente tra loro fuori casa, restando bene attenti a non lasciarci contagiare dalla virale pigrizia del mondo tecnologico di internet; alla sera riuscivamo a ritrovarci attorno alla tavola, stanchi per la giornata, concentrati a raccogliere nuove energie per affrontare il domani.
Con l’arrivo del Covid-19 e del pericolo della sofferenza che avrebbe potuto arrecarci, ho subito accolto in casa con gioia l’asettico mondo virtuale, ma a delle condizioni: Marcello ed io abbiamo deciso di trasmettere ai ragazzi un senso ordinato alle nostre giornate, per continuare a sentirci umani, attenti a vivere in questo tempo sospeso e non a interrompere le nostre vite.
Dalle 8 del mattino, il mondo entra in casa, attraverso la scuola a distanza e, immediatamente, cucina e camere da letto diventano personali aule didattiche: mio marito si è ormai abituato a lavorare, da remoto, nel suo studio, ascoltando il sottofondo di spiegazioni di diritto, di latino, di fisica, oppure di inglese, in base all’orario scolastico di ognuno.
Durante il pomeriggio, torniamo nuovamente alle postazioni, che ci consentono di svolgere le attività scolastiche e in seguito la casa si trasforma in palestra: ognuno segue il suo personal trainer, che può essere sconosciuto, come un ignoto istruttore web o il proprio gruppo fitness ritrovato on-line con grande gioia e conforto. Inoltre non mancano i momenti di serenità, come i tornei di ping pong tra i maschi della famiglia, la lettura di un buon libro che ci riporta a spensierati e lontani tempi di ozio casalingo o vacanziero, le lezioni di chitarra condotte su efficaci tutorial, le lezioni di Conservatorio e le videochiamate con parenti o amici, come se avessimo bisogno di costatare con gli occhi il loro stato di salute.
Dentro casa, però, accogliamo anche il mondo che il TG quotidiano ci introduce: quel mondo fatto di grande sofferenza causata dalla malattia, come quella che di recente ho vissuto nella nostra storia familiare, oppure di disagio all’interno di molte famiglie, di difficoltà di condivisione di angusti spazi domestici, di problemi economici per mancanza di lavoro, di pericoloso lavoro svolto dagli operatori sanitari o del settore alimentare che ci consentono di sopravvivere al tempo del Coronavirus.
Un grande senso di inadeguatezza mi assale: potrei fare di più di quello che mi viene chiesto dallo Stato che è stare a casa per evitare di diffondere il contagio e continuare a lavorare bene al mio posto come insegnante, moglie e madre?
La sera mi affaccio alla finestra, per sentire il profumo del mondo e dico “Buonanotte Mondo”.
Mi rivolgo a tutto il pianeta e prego per ognuna delle sue creature. Sono presa dal desiderio di uscire, ma non posso farlo. Mi metto quindi a pregare per sostenere tutti e tutto con la mia invocazione. •

Maria Teresa Botte

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