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Attività motoria all’aperto come terapia del benessere

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Daniela Talamonti, personal trainer dell’associazione sportiva Dspin ci parla dell’importanza dello sport in tempi di Covid.

In tempi di Covid, e lockdown, dove tutti siamo alle prese con rispetto delle regole necessarie per proteggere e proteggerci dal virus e molte attività hanno chiuso a causa delle misure restrittive, ci rendiamo conto di quanto sia importante per tutti il bisogno di fare attività fisica. A parlare dell’importanza dello sport nella quotidianità per il benessere psico-fisico dell’individuo, Daniela Talamonti.

Daniela Talamonti: personal trainer e presidentessa della associazione sportiva dilettantistica Dspin, con la passione per il movimento ed il benessere psicofisico.
Daniela nasce a Trento, si laurea in Matematica con indirizzo informatico-gestionale, vive per scelta ad Altidona, un bellissimo borgo che si affaccia sul mare Adriatico, in Provincia di Fermo. Negli anni ha preso parte a numerosi corsi nazionali di formazione riconosciuti dal CONI, come pure a workshop, seminari e conventions sportive cui partecipa sia come presenter che come organizzatrice.
La sua è un’autentica e profonda passione che le offre negli anni ottimi risultati, consolidando un nutrito seguito di allievi, di varia estrazione anagrafica, ma soddisfatti dei risultati poi raggiunti.

Perché è sempre comunque vantaggioso praticare sport?
Praticare sport oltre al bene per il nostro fisico che è strutturato per il movimento, è comunicazione con sé stessi, il proprio corpo e con gli altri fornendo un’ottima soluzione anche per il benessere psicologico. L’attività fisica, praticata seppure a livello amatoriale, migliora l’umore e la resistenza allo stress: “Mens sana in corpore sano”. Purtroppo in tempo di lockdown ho dovuto riorganizzare le varie attività che prima svolgevo nella mia Associazione, seguendo tutte le indicazioni ministeriali che via via venivano comunicate: attività motoria all’aperto, mascherine, igienizzanti e distanziamento soprattutto.

In pratica di cosa si occupa come esperta nel settore sportivo?
Ho inaugurato la mia palestra nel 2007. Sono istruttrice di Pilates, fitness e rieducazione posturale. Dal 2007 propongo Corsi sia collettivi che individuali presso la sede di Marina di Altidona, in esterna oppure a domicilio. Recentemente, causa Covid, anche on-line. Sono presente sui social con la pagina ufficiale Facebook Daniela Talamonti oltre che su Instagram, YouTube e sito internet: www.danielatalamonti.it

Tante iniziative davvero lodevoli. C’è dell’altro?
Oltre che nel ruolo di Istruttrice sono promotrice, in qualità di Presidentessa dell’Associazione Dspin, di Corsi di Autodifesa Femminile organizzati dall’Unione Sportiva Acli in collaborazione con Coop Alleanza e col patrocinio del Comune di Altidona, oltre che del Progetto “Valdaso tour”, itinerari a piedi alla riscoperta delle bellezze culturali artistiche ed enogastronomiche dei più caratteristici borghi medievali adagiati sulle nostre meravigliose e panoramiche colline marchigiane.

Praticare sport dunque aiuterebbe la mente. Potrebbe puntualizzare meglio il concetto?
Anzitutto, praticare attività sportiva aiuta a distrarci dall’ansia, interrompe il rimuginare mentale e mantiene l’attenzione esclusivamente sull’esperienza corporea che si sta compiendo. L’attenzione si focalizza sul respiro e per qualche tempo si libera dei pensieri negativi.
Ogni sport, secondo lei, ha queste prerogative?
Certamente! Ogni sport può aiutare la mente oltre il fisico se praticato con costanza e passione. Praticare sport ci permette di misurarci continuamente con i propri limiti e potenzialità. Perseverare in un’attività sportiva aiuta ad ottenere risultati graduali, sostiene e aumenta la motivazione e il senso di autostima e la comunicazione.

Lo sport quindi può essere considerato come una specie di “terapia”?
Dipende dalla possibilità che la persona sia motivata nell’avvicinarsi ad uno sport, certamente meglio se in modo costante.

È possibile esercitare e migliorare la costanza nell’attività fisica?
Secondo Maslow, psicologo statunitense deceduto negli anni ’70 e conosciuto per aver studiato i bisogni umani, i comportamenti sarebbero sollecitati da dinamiche motivazionali.
La piramide da lui delineata intorno agli anni ’50 ed ancora attuale, è rappresentata da una scala in cui le motivazioni umane muovono dai bisogni primari e fisiologici fino ai gradini più alti per la piena realizzazione del proprio potenziale umano. Riconoscerli ed appagarli è alla base dell’equilibrio interiore. Seguono i bisogni di sicurezza fisica come essere in salute o come stabilità del lavoro, entrambi orientati al desiderio di protezione e di tranquillità.
Salendo ulteriormente nella scala della piramide troviamo i bisogni sociali, come l’appartenenza al gruppo, l’essere accettati e stimati dagli altri, il ricevere amicizia, affetto e autostima.
Infine, all’ultimo livello, si incontrano le necessità di autorealizzazione nel voler esprimere il proprio talento, le proprie aspirazioni. Per ritornare alla sua domanda: da dove nasce allora il desidero e l’impegno alla “virtù” della costanza, gli individui orientati alla padronanza di sé, tenderanno ad essere costanti nello sport. Chi invece si orienta unicamente al risultato, continuerà l’attività sportiva finché avrà successo e finché riuscirà a mantenere un’alta percezione della propria abilità.

Per la sua esperienza personale, che tipo di dinamiche muove lo sport in genere?
Lo sport muove significative dinamiche come la voglia di ricercare e accettare nuove sfide, la capacità di rimettersi in gioco, il raggiungimento di propri obiettivi. Una sconfitta può perfino essere un’opportunità, in quanto può richiedere di migliorare imparando ad accettare l’insuccesso. È una competenza che esige buona maturità.
I bisogni di autostima e autorealizzazione producono una motivazione persistente. Ciò significa che coloro che vedranno nell’attività fisica una forma di realizzazione di sé saranno fortemente motivati.
Per conoscenza diretta, le correzioni ed i suggerimenti che propongo ai miei allievi, senza ombra di dubbio, sono ben accolti, non solo perché appagano il bisogno di sicurezza, ma soprattutto perché comprese come modalità appropriata per migliorare significativamente la propria performance.

L’attività sportiva quando potrebbe diventare origine di frustrazione?
Affinché l’attività sportiva non diventi fonte di frustrazione, è fondamentale seguire percorsi alla propria portata, adatti ed al livello di allenamento raggiunto, per poi giungere ad un grado sempre più alto, motivando così la propria autostima.
Lo stato emotivo influenza inevitabilmente la prestazione. Uno stato emozionale positivo che mantenga e aumenti la motivazione è caratterizzato da divertimento, felicità, orgoglio e piacere. Al contrario, uno stato negativo si presenta connotato da ansia, imbarazzo, tristezza. In tal caso, la motivazione si attenua ed anche il desiderio di partecipazione. Per la maggior parte di chi frequenta i miei Corsi, l’attività sportiva è legata soprattutto al forte senso di appartenenza al gruppo: l’idea di fare nuove conoscenze diventa lo stimolo determinante per continuare a tornare in palestra.

In conclusione?
In conclusione, l’attività sportiva sarà fonte di soddisfazione quando la consideri come scrisse Christian Daa Larson, un leader e insegnante del Nuovo Pensiero Americano: “Credi in te stesso e in tutto ciò che sei. Sappi che c’è qualcosa dentro di te che è più grande di qualsiasi ostacolo”.

Auguriamo a Daniela di poter ripartire con tutte le sue attività •

About Stefania Pasquali

Stefania Pasquali nativa di Montefiore dell'Aso, trascorre quasi trent'anni nel Trentino Alto Adige. Ritorna però alla sua terra d'origine fonte e ispirazione di poesia e testi letterari. Inizia a scrivere da giovanissima e molte le pubblicazioni che hanno ottenuto consenso di pubblico e di critica. Docente in pensione, dedica il proprio tempo alla vocazione che da sempre coltiva: la scrittura di testi teatrali, ricerche storiche, poesie.

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