Galileo Galilei da Il Saggiatore, Cap. VI
Se la Filosofia Naturale, cioè la moderna Fisica, è scritta con linguaggio matematico, viene spontaneo chiedersi quale sia il linguaggio dell’Arte.
Indubbiamente Arte e Fisica sono espressioni umane della Natura nel senso più generale possibile, dunque stanno tra loro come due lingue indoeuropee ambedue figlie del Sanscrito: queste, con i vari idiomi, si sono evolute spontaneamente e separatamente a causa di isolamento conseguente a migrazioni (anche culturali) e hanno modificato parole originariamente comuni, nell’espressione quanto nel significato, tanto da farle sembrare spesso molto diverse tra loro; hanno acquisito diversi modi di dire tanto da sembrare indipendenti e inclini a diversi atteggiamenti, a un orecchio o sguardo superficiale: tuttavia, per chi sa cercare in profondità con impegno e studio, ripercorrendo a ritroso i cammini logici e temporali percorsi, tutto riconvergerà a un’unica universale entità culturale.
L’Arte parte dalla ricerca della conoscenza del mondo, poi si avventura a descrivere e si manifesta come fisica manipolazione della materia, al servizio della creatività dell’artista, basata sulla sperimentazione, dunque in continua evoluzione; anche la Fisica è basata sulla sperimentazione e parte dalla ricerca della conoscenza del mondo, che poi si impegna a descrivere con modelli soggetti a evoluzione, come un una sorta di palinsesto, proprio come le opere degli artisti. Avvalendosi della creatività degli studiosi, è anch’essa, a suo modo, un’arte. Il linguaggio dell’arte e suoi potenzialmente infiniti gerghi e dialetti non sono però da confondere con i mezzi usati per produrre arte, anch’essi potenzialmente infiniti. L’arte rinasce in ciascun individuo come parte della storia personale e cresce, si evolve di pari passo con l’acquisizione della consapevolezza del mondo che ci circonda. Poi ciascuno a suo modo si attiva per capirlo, descriverlo, e quasi sempre servire la propria creatività, strumento della Natura in noi.
Nel migliore dei casi tutto ciò si materializza in opere che chiamiamo d’arte, espresse come pittura, scultura o altri manufatti, artigianali o persino tecnologici. I suoi caratteri possono essere quelli della geometria come diceva Galileo, ma come la Fisica va ben oltre. Le opere raccontano storie, esplorano o propongono mondi possibili o anche utopie verso cui puntare, donandoci così un’infinità di emozioni, sentimenti, immedesimazioni che l’artista condivide. Il linguaggio dell’arte, così come quello della musica, è universale; se il linguaggio della Fisica si sintetizza in formule matematiche, quello dell’Arte lo fa attraverso le sensazioni provocate: attraverso i sensi parla direttamente al cuore, alla sensibilità e all’intelligenza del fruitore delle opere, ancor prima che alla sua cultura d’origine. Il linguaggio delle opere ha compiuto la sua missione quando la soggettività si trasforma in oggettività.
Le opere d’arte possono essere quadri, sculture e molto altro. Tutte sono immagini: immagini del mondo o di mondi, di come l’artista li vede o li vorrebbe. Oppure sono immagini di sensazioni, concrete o astratte, che l’artista vuole condividere coi fruitori. Ebbene, tali immagini (comprese le sculture) non sono soltanto estetica, sono anche azione di pensiero. Immagine e azione sono il linguaggio dell’arte, che possiamo sintetizzare in un’unica parola: immaginazione. •
Marco Rotunno