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Il “Tempo della Luce” con gli occhi della Poetessa Diana Laura Splendiani

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La Poesia, dono sublime che porta in alto il cuore degli uomini, riconduce a quel Dio che si fa bambino e a cui i sapienti d’Oriente dopo un lungo peregrinare, adoranti, piegano le ginocchia. Anche la Poetessa Diana Laura Splendiani conosce il senso profondo della luce oltre l’oscurità, del viaggio e del cambiamento. I suoi versi si traducono in strofe nostalgiche avvolte dai luoghi del ricordo che si colora di ritmica musicale e che la invitano a restare per sempre pioniera del mondo.
La sua poetica che ho avuto il piacere di conoscere più intimamente anche attraverso la lettura del libro di poesie “L’orma del tempo”, spazia in generale tra la vicinanza alla natura e la relazionalità con persone conosciute ed amate nel corso della vita. Una sorta di viaggio a momenti a ritroso e a momenti proiettato verso nuovi orizzonti ma sempre carico di speranze. I suoi versi si dilatano in molteplici riflessioni che indagano sul senso dello scorrere del tempo fra memorie legate al mondo dell’infanzia, al cambiamento delle situazioni e dei luoghi. I suoi primi anni vissuti in Argentina, dove è nata, traspaiono in lievi nostalgie che ben si colgono nella lirica: “La gente mia”. Diana in un certo senso ha ereditato dalla propria madre di origine argentine, una speciale memoria ancestrale. Parlano per lei la lingua che non ha dimenticato, l’ovale del viso, il taglio degli occhi, la gestualità armoniosa come di danza, la preferenza stessa del cibo, le scelte del quotidiano.
Nella Poesia di Diana Laura rivivono le tradizioni riconosciute nel groviglio di ricordi infantili ed emozioni adulte. Le sue poesie hanno una ritmica naturale, una profonda musicalità in cui trovano conforto parole di luce come note vibrate. Liriche ora rapide, brevi, ora dal ritmo lento e a tratti con parole scompigliate, mescolate, che ad ogni sillaba combattono contro il timore di dimenticare. Ed ecco riapparire i compagni di liceo, gli amici, i primi amori, il volto dei nonni, la campagna, il mare e le bianche navi che da bimba l’hanno condotta lontano.
Col cuore pieno d’amore per la terra da cui s’è distaccata, per le persone lasciate, fa intravedere nei suoi poemi: le estese piantagioni, le notti nere e profonde, i “verdi paesaggi”, tuttavia come una novella pioniera attende il giorno in cui poter camminare nuovamente su quel suolo. Una volta arrivata in Italia, ha incontrato nuovi volti in cui confidare e scoprire. In alcune liriche, alzando lo sguardo d’attesa verso la luna, in ritrovati ricordi di bambina, protende la sua anima verso quell’oceano immenso che si è lasciata alle spalle. In questo pensiero malinconico e di speranza trepidante, sbocciano fin dall’ età adolescenziale le sue poesie, figlia essa stessa del poeta Federico Splendiani che ho avuto l’onore di conoscere.
Nessuna lacrima, né paure da dimenticare attraversano i versi di Diana Laura ma il bisogno invece, di ricordare figure, odori, suoni delle belle terre conosciute. Poesie che “profumano” di casa, che parlano di natura, di figure femminili capaci di accarezzare visi, accompagnare sogni e lasciare immagini struggenti ma nel contempo coraggiose, forti, e con la mente carica di domani migliori. I suoi versi presentano parole raffinate e semplici, misteriose, naturali, capaci di donarci con la loro armonia la bellezza d’immagini evocative in coinvolgenti emozioni. Diana Laura è un’osservatrice della vita umana nei suoi vari aspetti: passione, intensità e a tratti incanto. Ma è proprio cantando la normalità del vivere che le parole acquistano intimi significati in cui riconoscersi.
La sua poetica d’amore è caratterizzata anche da un ritmo che conquista, avvolge, coinvolge e stupisce. Non ha alcuna esitazione a mostrare il suo cuore, il suo io poetico, il temperamento caldo e appassionato. Ascoltandola nella sua nuova casa, durante un incontro di fine autunno, ho potuto cogliere dalle sue parole nuovi aspetti che non conoscevo.
Tra questi, il rapporto con l’Italia che dopo l’esperienza argentina le appare e sente come il luogo dell’anima. Luogo ritrovato dove ogni angolo, ogni dettaglio diventa un legame di sentimenti antichi ben espressi nei versi della lirica “Grazie”: “Riconosco il sorriso di ciascuno e il tocco leggero della mano che lascia segni indelebili nel cuore…”. Edmond De Goncourt scrisse: “Un poeta è un uomo che mette una scala su una stella e vi sale suonando un violino” e questo concetto la poetessa Splendiani lo ha colto e fatto proprio. •
S.P.

Gaia

Sei commovente nella tua bellezza
pianeta azzurro appeso all’universo
e sai di vento e stelle,
di acque cristalline, di teneri germogli.

Possiedi creature multicolori,
laghi incantati e monti e boschi verdi,
dove le fate danzano di sera.

La luna in cielo compagna d’avventura
E gemme scintillanti nel tuo ventre…
di fiori profumati, di candidi ghiacciai,
di nebbie misteriose rivestito.

Oceani scintillanti per vestito
e nubi come velo sulle spalle…
Di fervide preghiere, di pianti di bambini,
di guerre fragorose soffocato.

Così, mentre percorri l’Universo,
al ritmo antico della tua galassia,
si contrappone al grido degli Umani,
la quiete silenziosa del creato.

Diana Laura Splendiani

About Stefania Pasquali

Stefania Pasquali nativa di Montefiore dell'Aso, trascorre quasi trent'anni nel Trentino Alto Adige. Ritorna però alla sua terra d'origine fonte e ispirazione di poesia e testi letterari. Inizia a scrivere da giovanissima e molte le pubblicazioni che hanno ottenuto consenso di pubblico e di critica. Docente in pensione, dedica il proprio tempo alla vocazione che da sempre coltiva: la scrittura di testi teatrali, ricerche storiche, poesie.

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