Le consorelle: “Ha indossato giorno dopo giorno l’abito della speranza”.
FERMO – Un compleanno speciale nel Monstero delle Benedettine di Fermo: Suor Giustina Strovegli ha compiuto 100 anni. A lei una lettera di Suor Cecilia Borrelli e delle consorelle per celebrare questo traguardo e gli auguri de La Voce delle Marche.
Giorni di preparazione per questo giorno curando nei particolari anche le misure di sicurezza anti-covid. Tutte le sorelle si sono impegnate con amore e creatività per l’occasione, segno del loro affetto verso la consorella di cui ogni giorno si prendono cura. Primo momento della festa, la preghiera dei Vespri con l’accortezza di un numero ridotto d’ invitati.
Ha fatto seguito un momento conviviale nella sala dove tanti variopinti palloncini, disposti a forma di arco ed appoggiati su un tulle rosa, rallegrano il cuore, hanno creato un’atmosfera di gioia, spensieratezza e di fraternità. La festa è iniziata con il canto “Vivere la vita”.
Il sindaco Calcinaro, presente alla festa, a nome dell’Amministrazione Comunale ha omaggiato Suor Giustina con la consegna di una targa ed ha espresso la gioia di poter condividere questo lieto evento. E la festa è continuata con la presenza dei nipoti della consorella, dell’ Assessore alle Sociali, dei nostri presbiteri Don Giordano Trapasso, Don Salvatore Sica e Padre Sante Pessot.
Toccante la lettera delle Suore Benedettine alla consorella.
“Non è da tutti arrivare a questa veneranda età, ragion per cui vogliamo celebrare Dio per il dono della vita di questa nostra sorella, un dono speso a piene mani, vissuto innanzitutto, giorno dopo giorno, nella consapevolezza di sentirsi da Lui amata e di riamarlo a sua volta nei suoi familiari, nelle sue consorelle, nelle persone incontrate sul suo cammino, nella preghiera, nel suo lavoro in cucina e nell’orto, nei piccoli servizi resi alle consorelle ammalate. Si è aggirata fra le pentole fino a 90 anni; promossa “chef”, eccola tutta soddisfatta a trasmettere l’eredità “culinaria” alle nuove generazioni e con essa anche il “gusto” delle cose buone, come servizio d’ attenzione, d’amore alle consorelle e agli ospiti che nel Monastero non mancano mai, tranne in questo periodo in cui un microscopico virus ci costringe alla prudenza”.
“È luogo comune classificare “umili” questi lavori, come se ci fossero livelli più alti e quelli più bassi”.
“È altrettanto luogo comune che al lavoro umile corrisponda persona umile, ma ben sappiamo che così non è perché la superbia è sempre in agguato alla porta del nostro cuore”.
“Quello che davvero conta è lo spirito con cui vengono svolti e la nostra centenaria consorella si è resa disponibile senza risparmiarsi: questo il “peso” valoriale del suo compito!. Nella Regola di San Benedetto, ogni lavoro contribuisce a “nobilitare” il Monastero e a creare rapporti armoniosi fra consorelle i cui carismi sono messi a disposizione per la crescita di tutte”.
“Il lavoro non è solo materiale, ma anche umano-spirituale, atto a creare un clima di fraternità, come recita il Salmo 132: “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato sul capo, che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. È come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre”.
“Partendo dal bellissimo pensiero di Kant, (“Il Cielo ha dato tre cose agli uomini per compensare le difficoltà della vita: la speranza, il sonno e il sorriso”), davvero Sr. Giustina ha indossato, giorno dopo giorno, l’abito della speranza, lei che ha vissuto tempi anche difficili, superati non con rassegnazione, ma affidandosi allo Sposo.
Di certo non le è mancato il sonno della buona coscienza, né il sorriso all’alba, felice e contenta di un nuovo giorno per servire il Signore e le sorelle. Si cercano testimoni, l’abbiamo in casa. Ringraziamo il Signore per questa sorella che vive con noi continuando a regalarci serenità e sorriso. •
Madre Cecilia Borrelli e consorelle
Monastero Benedettine Fermo