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Ricordi di don Silvio

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Diceva ieri sera Don Pierluigi che tutti noi abbiamo dei bei ricordi relativi all’opera di Don Silvio, non è quindi possibile elencarli ma è possibile serbarli dentro di noi e soprattutto utilizzarli perché ci consentano di avvicinarci sempre di più a Dio.
Quando ieri sera mi hanno incaricato di curare questa sorta di commemorazione ho acceso il mio pc ed ho cominciato a leggere i vari documenti che riguardavano don Silvio…quello che vi propongo è una sorta di collage, formato da spezzoni di discorsi celebrativi preparati in vari momenti, che spero faccia capire la personalità, il suo modo di parlare, sia semplice sia forbito, la ricerca continua quasi ossessiva della chiarezza nell’insegnamento, ma anche le opere di Don Silvio.
La sera del 19/XI/1983, fredda ma stellata, come amava dire lui, per l’insediamento in questa nuova chiesa, Don Silvio preparò la preghiera dei fedeli ed io ora vi leggo una invocazione:
Dentro questo Tempio, ci riempiremo di Te; e fuori, nella vita quotidiana, ti diffonderemo tra i fratelli.
Ma, o Gesù, il tempio materiale di cemento è superato da Te che sei Dio fatto Uomo, sacrificato per l’umanità e sempre presente a noi nel Mistero del corpo e del sangue offerti per noi in sacrificio.
(Monsignor Miola commentò tutte le invocazioni dicendo che costituivano “un ricamo di Bibbia”, un giudizio che riempì di orgoglio Don Silvio).

Nel 2002 venne consacrato questo nuovo altare da sua eccellenza Monsignor Franceschetti, ecco un’altra invocazione scritta da Don Silvio:
Tu, o Gesù, hai voluto condividere con noi il tuo stato di “patiens” (cioè soggetto al dolore espiativo), “passo” (cioè hai patito di fatto a purificazione di tutti) morto e Risorto e in eterno glorioso.
O Gesù concedi che questo altare materiale sia per tutta la comunità parrocchiale, un richiamo, un’energia forte ad entrare e assimilarci all’altare vivo del Tuo Cuore perché da 2000 anni è venuta l’ora messianica ed è questo in cui adoreremo con efficacia il padre in Spirito e verità.

In occasione del suo 80° compleanno preparammo un articolo per il giornale della Diocesi mettendo in risalto quanto segue: «Don Silvio ha sempre rappresentato un punto di riferimento per le diverse generazioni che si sono avvicendate dalla nascita della parrocchia, a lui affidata, sino ad oggi. Egli ha accolto la chiamata vocazionale sin dalla tenera età e da allora vive il suo compito di guida spirituale con passione, fermezza e fede salda.
Ciò che colpisce del nostro parroco è il fatto che compiendo gesti quotidiani e semplici è diventato esempio di uomo “piccolo”, ma grande nell’amore per il prossimo. Esempio di vita lo è stato anche quando ha affrontato le varie difficoltà, come i problemi di salute, e gli ostacoli che spesso la vita oppone, senza mai scoraggiarsi e confidando in Dio».

Quando per motivi di età lasciò la guida della parrocchia lo salutammo cercando di ricordare quanto aveva fatto per la parrocchia, e tra le altre cose, rivolgendoci a lui direttamente, dicevamo: «Riflettevamo, insieme con Maurilio, che quello che sei riuscito a fare edificando la chiesa, è una sorta di miracolo. Forse non tutti sanno che i finanziamenti dello stato per la costruzione degli edifici di culto copre il 65% delle spese. Significa che hai dovuto provvedere al resto che complessivamente, per questa parrocchia, ha comportato la somma di circa 400 milioni di Lire.(200.000€ attuali)».

Si, Don Silvio, da solo, sapendo chiedere, è riuscito a racimolare tale somma. La gente ha risposto ai tuoi appelli perché ha creduto in te che hai saputo convincere i parrocchiani, col tuo comportamento, umile, mai invadente, rispettoso, ad aiutarti economicamente.
Quegli stessi parrocchiani che ti seguivano sia nella ex falegnameria dove in pratica nacque la parrocchia e nei locali della famiglia Croce dove per qualche tempo ebbe sede la chiesa.
Non è stata un’impresa semplice considerata la realtà di questa zona, con persone non radicate ma che si sono aggiunte via via nel tempo o che sono state di passaggio cioè che si sono fermate per qualche periodo, quindi c’è stato e c’è un continuo ricambio di fedeli.
Non credo che potremo mai ringraziarti abbastanza. Sei riuscito, da solo, a portare a termine un’opera che in altre parti necessita di un’organizzazione complessa e decisamente articolata.

La prima volta che sentii parlare di te ero nel negozio di mio padre e la gente commentava l’operato di sacerdoti e qualcuno riferendosi a te disse “Quillu è un prete!”
Io credo che chiunque ti conosca la pensi alla stessa maniera: tutti, per lo meno la stragrande maggioranza, sono convinti che tu rappresenti uno dei migliori esempi di persone che sono riuscite ad avvicinarsi ai modelli di vita insegnati da Cristo.
Hai sempre saputo accogliere tutti, rispettando le opinioni altrui, mettendo con la tua modestia e la tua semplicità a proprio agio chiunque. Sempre pronto a venire incontro alle esigenze dei tuoi parrocchiani, sempre disponibile a recare conforto a chi è malato, sempre pronto ad aiutare anche economicamente i bisognosi che bussano alla tua porta.
Molti giovani hanno chiesto ma soprattutto ottenuto il tuo aiuto per superare le difficoltà che incontravano nelle scuole superiori e addirittura all’università.
Ti sei sempre preoccupato anche dei giovanissimi organizzando il carnevale, ad esempio, ma anche creando degli spazi apposta per loro nelle celebrazioni religiose rendendoli protagonisti.

Quello che io, e credo non solo io, ammiro in te è la tua capacità di rendere chiari concetti teologici non semplicissimi. Nelle tue omelie non sei mai banale. Hai sempre qualcosa di nuovo, di importante da insegnare. La spiegazione della sacra parola contenuta nei testi sacri è fondamentale per il cristiano. Vivere senza conoscere gli insegnamenti della Bibbia, che indicano l’insieme dei comportamenti corretti da tenere per raggiungere il fine per cui siamo stati creati sarebbe come partecipare ad una partita di calcio senza capire niente di quello che bisogna fare per vincere.
E allora ecco le tue raccomandazioni ad una vita corretta che discendono direttamente dai testi sacri; ecco le tue continue informazioni, i tuoi continui esempi che riguardano gli atteggiamenti giusti tenuti da personaggi fondamentali della nostra religione.
Non ci hai mai fatto mancare niente, hai sempre offerto a tutti l’opportunità di vivere una vita religiosa adeguata ma sempre nella più ampia libertà, senza forzatura alcuna in una sorta di quasi trascendenza terrena. La Scuola di Bibbia, i continui momenti di preghiera, le adorazioni silenziose, si sono sempre tenute ma annunciate quasi sottovoce in nome del rispetto della libertà di adesione. Hai lavorato, tanto, ma in silenzio, senza propaganda, ed il tuo sforzo è stato sempre proteso alla ricerca di un atteggiamento che favorisse l’interesse dei fedeli e non potesse dare loro modo di annoiarsi.
Ad esempio i giovani che partecipano ai corsi di preparazione al matrimonio mai sono usciti annoiati e, per loro ammissione, sempre ricchi di insegnamenti interessanti, essenziali e soprattutto utili.
Grazie Don Silvio.
Grazie anche per non esserti mai lamentato delle tue preoccupazioni, grazie per esserti fatto carico di tutti i problemi sorti senza domandarcene conto.
Durante la celebrazione, nel 2001, del cinquantesimo anniversario della tua ordinazione, mettemmo in risalto come la tua vera preoccupazione per la parrocchia, nonostante tutti i problemi, non era la costruzione della chiesa ma la salvezza delle anime dei fedeli.

Dicemmo che stavi pensando a quel brano evangelico dove la gente chiedeva a Gesù di compiere miracoli facendo camminare un paralitico. E Gesù invece riporta la loro attenzione alle cose del Padre rimettendo i peccati di quel poveretto. Anche tu Don Silvio non ci hai mai fatto notare che è difficile edificare una chiesa, ed infatti l’hai portata in pratica a compimento, ma la tua continua opera, sicuramente difficile, sicuramente importante, è principalmente volta a farci prendere coscienza dei nostri peccati.
Non finiremo mai di ringraziare il Signore per aver mandato nella nostra parrocchia un sacerdote come te, capace di far costruire chiese ma anche e soprattutto di prepararci la via del Signore.
Per finire mi rifaccio ad uno dei tuoi esempi utilissimi per la comprensione delle sacre scritture: per parlare del rapporto tra vita terrena e vita dopo la morte, ci hai spiegato che, noi cristiani, nella nostra esistenza terrena, è come se partecipassimo ad un lungo viaggio in pullman verso una ambitissima meta. Il viaggio comporterebbe sacrifici, disagi ma il pensiero del punto di arrivo fa superare tutto. Io aggiungo che se la guida è in gamba le difficoltà del viaggio passano in secondo ordine.
Ecco Don Silvio ora nel pullman noi ci sei più ma restano e ben radicati i tuoi insegnamenti, il tuo esempio.
Don Silvio continua ad aiutarci, prega per noi come hai sempre fatto, anche adesso che sei vicino al Signore. •
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale

 

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