Giovani imprenditori marchigiani che sanno mettersi in gioco nonostante le difficoltà del momento.
Se si vuole migliorare la qualità della propria vita è necessario fare scelte coraggiose e rimettersi in gioco, rimodellando e cambiando i propri comportamenti.
Poco tempo prima che la profonda crisi socio-economica dovuta al Covid-19 colpisse il mondo intero, per alcune persone, specialmente giovani, il desiderio di modificare la vita è stato come affrontare con coraggio e determinazione una sorta di sfida. Lo star fermi aspettando la manna dal cielo in tempi di penuria lavorativa o magari svolgere un’attività poco gratificante, oppure riconsiderare sotto una nuova luce relazioni insoddisfacenti, stanno alla base della voglia di progredire con nuovi progetti. Ed ecco che un “vortice” di idee originali può stimolare scelte nuove per amore di sé e degli altri.
I dubbi certamente non saranno mancati e tante saranno state le domande a cui trovare risposta.
Imparare a diventare leader della propria vita richiede un impegno solido e costante che confluisce in una scelta ben precisa, quella appunto di rimettersi in gioco. Cosa significa esattamente? Qual è il momento giusto per provare a raggiungere nuove mete?
E’ una questione soprattutto di mentalità.
Il cambiamento è un processo che richiede alcuni passaggi fondamentali come l’abbandono di un porto sicuro, attingendo alle proprie risorse interiori e liberandosi dalla paura dell’ignoto. Significa altresì saper rischiare e convivere con il fatto di essere al buio per quello che potrebbe inaspettatamente accadere.
Cambiare si traduce soprattutto nell’acquisizione di un modo di pensare dinamico, aperto al nuovo. E’ necessario che la persona trovi la propria strada per dirigersi verso il futuro sognato e desiderato.
Come iniziare e avviarsi al cambiamento e come far crescere questo genere di mentalità?
Per essere felici in tutte le aree della vita occorre progettare un’esistenza ricca di significato e questo può avvenire soltanto ove ci si manifesti per quello che si è, qualora si possa agire per realizzare quel che si desidera.
L’autorealizzazione, specialmente per le nuove generazioni nel campo dell’imprenditoria è una meta importante da raggiungere, la parte finale di un percorso e la ricompensa di specifiche azioni. Avere una mentalità dinamica vuol dire in sintesi cambiare sé stessi e il proprio stile di vita.
Vi sono passi da compiere come curare la propria interiorità per scoprire le situazioni non soddisfacenti. Ristrutturarsi è il primo step verso il cambiamento. Importante è non imbrigliarsi nell’esistenza routinaria, scoraggiati da convinzioni che limitano, che provocano emozioni poco funzionali e azioni inefficaci o addirittura l’inazione.
Affinché il cambiamento sia fonte di gratificazioni è necessario scoprire e far agire il proprio potenziale. Ogni individuo possiede risorse che spesso ignora e che gli impediscono di scoprire in cosa eccelle e cosa gli piace realizzare, per la propria felicità. Un buon modo è usare la creatività e l’esplorazione del sé.
Costruire la visione sul futuro è come immaginare una scena come l’ultimo atto del film della propria vita. Non si realizza ciò che non è stato precedentemente costruito nella propria mente e vissuto emotivamente Si sa che il cervello non distingue tra ciò che vive realmente e ciò che immagina, il risultato è facilmente comprensibile. Il meccanismo della visione sul futuro è, proprio per questo una leva che agisce profondamente su motivazione e autoefficacia. Occorre farsi accompagnare da azioni concrete suddividendo i grandi obiettivi in piccoli pezzi, fissando mete intermedie e procedendo con maggiore sicurezza verso l’obiettivo finale, attingendo fiducia in sé stessi man mano che si procede. Importanti sono resilienza e perseveranza: una motivazione forte per non arrendersi superando con coraggio i possibili ostacoli. L’obiettivo? Cambiare la propria vita per la realizzazione del sé.
Ad Elcito una frazione del comune di San Severino Marche, in provincia di Macerata tutto questo l’ho incontrato in due realtà davvero interessanti: il B&B di Ada M. che si chiama “Tra Elcito e il cielo” e un angolo di profumi e sapori detto “Il Cantuccio” di Roberta e Nicola. Due simpatiche e giovani coppie che hanno scelto Elcito come traguardo per il proprio successo. A differenza di altri insediamenti marchigiani posti su pendii collinari, Elcito sorge su di uno scoglio alto e scosceso, posto alle falde del Monte San Vicino. Il nome deriva da elce, altrimenti noto come leccio ed è stato chiamato anche: il Tibet delle Marche. Si tratta di un piccolo paese a 824 m di altezza. È ciò che resta di un castello molto antico con lo scopo di difendere dell’abbazia benedettina di Valfucina.
Ha pochissimi abitanti, circa dieci ma si anima soprattutto d’estate. In questo luogo panoramico e caratteristico, non c’è mai stato un negozio, neppure per i generi di prima necessità perché fino agli anni settanta era una comunità autosufficiente. Vi abitavano circa duecento persone che lavoravano il proprio appezzamento di terra e ciò bastava. Questa piccola frazione conosciuta non da molti, si raggiunge da San Severino Marche, percorrendo la strada per Apiro fino a Castel San Pietro. Si prosegue per 5 km circa, e si giunge così al paese. Ada, Roberta e Nicola, giovani imprenditori, in questo luogo d’incanto hanno scommesso i loro progetti aprendo la propria attività. Nel frattempo l’economia, per alcuni in affanno, per altri s’è fermata. Questa difficile prova tuttavia, non ha congelato sogni e speranze in tempi migliori. Come augurio a questi “capitani coraggiosi” dedico una poesia di L. Housman, Luce, Pace, Amore:
La pace guardò in basso
e vide la guerra,
“Là voglio andare” disse la pace.
L’amore guardò in basso
e vide l’odio,
“Là voglio andare” disse l’amore.
La luce guardò in basso
e vide il buio,
“Là voglio andare” disse la luce.
Così apparve la luce
e risplendette.
Così apparve la pace
e offrì riposo.
Così apparve l’amore
e portò vita.
Che la luce del Natale, prossima a venire, riaccenda e fortifichi ogni vostro buon proposito per tradursi in realtà. •