Era molto curata nella sua persona, pacata, ma anche risolutiva. Aveva sempre parole mirate, tese a far chiarezza in se stessa e negli altri. Dedicava anche molto tempo alla politica intesa come servizio al bene comune. Molti l’hanno conosciuta e con lei hanno compiuto un cammino di crescita e di fattiva operosità. Niente di meglio che dare voce a queste voci: “Ho conosciuto Giuseppina Porfiri, ricorda Giuliana Zacconi, presidente della Caritas di Morrovalle, a Montorso di Loreto nel 2004, in occasione di un convegno sulla formazione degli operatori locali di progetto. In quell’incontro c’era anche Pietro Martini di Montecosaro. È vissuta per due anni con la malattia, lottando con tenacia, mai arrendendosi alla fatalità, ma pensando sempre, fino all’ultimo respiro, alla Caritas, all’AVULSS, agli amici ed alla famiglia. Anche nelle ultime settimane della sua vita trovava il tempo per pensare a quello che aveva costruito con tanto amore, tra tutti L’AVULSS. Temeva di lasciare le cose a metà.
Pur ammalata e sottoposta al trattamento chemio terapico pensava ed era presente al Convegno dell’AVULSS tenutosi a Corridonia dal 12 al 14 ottobre del 2012. Negli ultimi giorni di vita pensava sempre a come risolvere il problema di chi si trovava nel bisogno”. “Se siamo cresciute”, dicono Laila Fioretti e Silvana Marcolini, iscritte rispettivamente, l’una alla Caritas, l’altra all’AVULSS di Corridonia, “lo dobbiamo a lei. È difficile spiegare quello che Giuseppina era per tutti noi che lavoravamo al suo fianco. Era sempre disponibile, serena, aveva tempo per fare tutto. Era sempre un passo più avanti di tutti”. “Giuseppina è una figura storica della Caritas Diocesana di Fermo, sin dai primi anni, ed una carissima amica di tutti, sempre disponibile, vicina alle famiglie bisognose, attiva animatrice parrocchiale e diocesana, esempio di fedeltà e coerenza. Il senso di dolore e di vuoto è grande anche se rimarrà per sempre nei nostri cuori.
La Caritas diocesana partecipa al lutto della famiglia e ringrazia il Signore per il servizio da lei svolto e per l’amicizia sempre dimostrata” (Notiziario Caritas Diocesana, 26/10/2012). Il giorno del suo funerale, commentando il brano del Vangelo nel quale si parla delle nozze celebrate a Cana di Galilea, il parroco precisava che, come Maria aveva saputo accorgersi di ciò che mancava in quelle nozze, così Giuseppina aveva la capacità di accorgersi di ciò che mancava nella società, nelle istituzioni, nella parrocchia ed in mezzo a noi. Sapeva leggere con intelligenza la situazione e con altrettanta intelligenza, chiarezza e determinazione sapeva suggerire e proporre soluzioni. “Giuseppina aveva i tratti di una laica del Concilio. Legata alla fede ed ai valori del Vangelo ed agli insegnamenti della Chiesa, sapeva stare nel mondo e nella società come la lampada accesa dell’amore e della solidarietà, alimentata con l’olio che gli veniva dall’AVULSS e dalla Caritas”. •
Raimondo Giustozzi